Molineris (Luna Rossa): “Così con il joystik regoliamo randa e fiocco”

America's Cup
  • 04 ottobre 2023

Umberto, sei uno dei quattro che a bordo dell’AC40 ha regatato in Spagna nella prima Regata Preliminare. Che sensazioni hai provato? In che cosa ritieni che Luna Rossa debba migliorare? Nelle partenze?

«Prima di tutto siamo contenti di regatare di nuovo. Era da Auckland che non lo si faceva e per noi era importante: il nostro scopo è regatare. Per quanto riguarda le regate altri team hanno navigato di più con gli AC40, in certi casi anche con due barche, e sulla carta erano in vantaggio. Non cerchiamo scusanti ma siamo comunque contenti del lavoro fatto. Il lavoro sulla conduzione della barca, sulle manovre e quello fatto a terra è stato molto positivo anche se abbiamo sofferto il fatto di non regatare da tanto tempo. Se passiamo poi alle partenze... sì è vero non siamo stati all’altezza degli altri team e in regate del genere la partenza fa tanto perché se parti davanti e poi non sbagli difficilmente ti vengono a prendere».

Sarà molto diverso quando si regaterà uno contro uno in match race anziché in flotta?

«Sicuramente ci sono delle dinamiche diverse. In questo caso dovevamo confrontarci con altre cinque barche e specie nella partenza è tutto un altro gioco».

I nuovi scafi, gli Ac75, dovrebbero portare a velocità ancora più sostenute. Si parla di 60 nodi di punta massima. Tutto ciò richiede riflessi rapidi e capacità di fare tutto velocemente. Sei d’accordo con chi dice che questi scafi richiedono sempre più l’utilizzo di velisti giovani?

«Diciamo che sono barche nuove e che anche il velista deve cambiare un po’. Ma come abbiamo visto anche l’esperienza conta molto ed è uno degli aspetti più importanti anche perché il tempo a disposizione è così poco che non è facile creare un equipaggio solo di giovani. Luna Rossa ha sempre spinto sui giovani e molti di noi vengono dal programma New Generation. Avere a bordo persone come Francesco (Bruni, ndr) e Jimmy (Spithill, ndr) fa tanto».

Rispetto ad Auckland, dove si regatava in una baia protetta, a Barcellona si è in mare aperto e il moto ondoso può essere notevole anche con vento scarso. Credi che questa situazione vada considerata anche a livello progettuale? In che modo si affronta questo aspetto durante le regate?

«Sì, cambia tanto. Il progetto della barca e il lavoro sull’equipaggio sono fatti proprio pensando alle condizioni in cui si andrà a regatare. Un po’ le abbiamo viste nei giorni scorsi perché è lo stesso periodo dell’anno delle Challenger Series. Un po’ si studia lo storico meteo del posto. Ad Auckland si regatava quasi sempre con mare piatto qui invece c’è quasi sempre onda, anche se c’è poco vento».

Luna Rossa (e l’Italia) non è mai andata così vicino alla conquista del trofeo come nella passata edizione. Questa volta però ci sono più team. Quante chances dai a Luna Rossa? Chi sono per te i favoriti?

«I favoriti in ogni Coppa sono i defender. Sono l’equipaggio più forte e partono da una situazione tecnica di vantaggio. A ciò bisogna poi aggiungere il fatto che sono loro a fare le regole e se sono stati bravi nel farlo prendono già molto vantaggio. Comunque stavolta ci sono più equipaggi e molti sono forti. Anche Alinghi e i francesci che partono in rincorsa non sono da sottovalutare. Noi ci sentiamo un team forte ma non dobbiamo dare niente per scontato, essere consapevoli della nostra forza ma lavorare duro e fare bene».

Ci puoi spiegare in che modo regolate le vele durante le regate?

«Sull’AC40, chi sta sopra vento regola la randa con due joystick, uno per cazzare e mollare la scotta randa e uno per agire sul controllo dinamico dello sbandamento della barca, e inoltre ha una pulsantiera per regolare il cunningham, la base e la rotazione dell’albero. Quando sei sottovento diventi il trimmer del fiocco e hai sempre due joystick, per cazzare e mollare la scotta del fiocco e cazzare e mollare il carrello del fiocco, e in più hai una pulsantiera per controllare il cunningham, sempre del fiocco. E’ abbastanza semplice e intuitivo».

Con le nuove barche e un maggior numero di equipaggi sarà una Coppa più spettacolare?

«Ovviamente più team siamo, più barche ci sono e immagino sarà meglio per lo spettacolo e per attirare più persone. Essendo poi alla seconda generazione di queste barche, ci si aspetta siano molto più simili fra loro e differenze di performance molto inferiori. Quindi l’aspetto puro delle regate e delle partenze sarà ancora più avvincente».

Fra pochi giorni c’è la Barcolana. Mai fatta?

«Certo so di cosa si tratta ma non l’ho mai fatta perché in quel periodo lì ho sempre avuto impegni sia con le classi olimpiche sia con le sessioni di esame dell’università, sia poi col lavoro per la Coppa America. Certo è un tipo di vela diverso da quel che ho fatto io ma la vela è bella anche perché si presenta in mille forme e una manifestazione come questa fa sicuramente bene al nostro sport».

#getAltImage_v1($tempImage)

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui