Igor Taruffi, assessore regionale con delega alla montagna e alle aree interne, non ha fatto sconti al Governo Meloni, rimproverandogli di avere «perso troppo tempo» e di avere «giocato una partita politica invece che fare gli interessi dei cittadini». Un atteggiamento ritenuto intollerabile di fronte a «970 strade che sono state interrotte totalmente o parzialmente per l’alluvione e a 600 milioni di euro che la Regione ha già speso solo per garantire il primo intervento sulla viabilità di montagna».
Per Taruffi serve una forte accelerata: «Dobbiamo fare in fretta perché tra due mesi tornerà a piovere e tanti cantieri non solo non saranno ultimati ma neppure ancora aperti. Dobbiamo alzare la voce per avere risposte. Intanto, per lanciare un segnale, lunedì la segreteria nazionale del Pd si riunirà a Modigliana e martedì saremo a Casola Valsenio con le commissioni del partito».
A Roma l’assessore, che premette che la Regione farà la sua parte, rendendo per esempio gratuiti i nidi nelle aree montane, chiede «misure strutturali, come la riduzione del carico fiscale sulle imprese del 30%, deciso nel 2019 per il Mezzogiorno, che andrebbe esteso alle aree dell’Appennino emiliano-romagnolo».
Infine, bordate contro «le narrazioni insopportabili della destra, che ha messo in discussione la serietà delle istituzioni della nostra regione. Un proverbio dice che a brigante si risponde con brigante e mezzo. Abbiamo avuto troppa pazienza, dobbiamo rispondere colpo su colpo. Non accetteremo più lezioncine da chi indossa la casacca nazista».

Alluvione: l’assessore regionale Taruffi sfida Roma e da Cesena dice “basta”

è tempo di cantargliele a quelli di Roma e che si smetta di dire che i romagnoli sono gente forte e si rialzeranno .cercano di motivare gli aiuti che non arrivano e/o non arriveranno?