Alluvione Forlì. Per tre mesi in camper, ora ha una casa

«Mi hanno consegnato le chiavi di un appartamento, non dovremo più vivere nel camper, sono felicissima. Grazie a tutti». Alice Casadei, 46 anni, residente in una palazzina di via Pelacano 22 che da quel fatidico 16 maggio ha dovuto lasciare la sua casa perché diventata inagibile, è tornata a sorridere. La storia di Alice, raccontata sul Corriere Romagna, era arrivata fino alle tv e alle testate nazionali e ora è giunto anche il lieto fine. Alice, il marito e il nonno di 84 anni dopo la tragedia vivevano in due vecchi camper, mentre la sorella e i figli si erano trasferiti dalla madre che abita in una palazzina vicina al numero 24. «Anche mia sorella è riuscita a trovare un appartamento, così il nonno si può trasferire dalla mia mamma restando comunque vicino alla sua casa con i pochi ricordi rimasti – prosegue Alice –. L’alluvione lo ha segnato profondamente, avevamo sistemato anche lui in un vecchio camper, ma si era spento, non aveva più voglia di vivere, ora è più tranquillo». Alice potrà restare nell’appartamento che le è stato assegnato dai servizi sociali per un anno. «Dopo il mio appello mi hanno contattato i servizi sociali, si sono mossi in fretta e mi è stato assegnato un alloggio Acer con un contratto di 6+6 mesi, è un grande risultato. Per sistemare la casa non agibile e segnata da grosse crepe probabilmente ci vorrà più tempo, ma è un tempo sufficiente per sistemare e adattare il piccolo negozio che avevo, alluvionato anche quello, e che intendevo comunque trasformare in abitazione. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che mi hanno ascoltato e gli enti che si sono mossi per aiutarmi. La paura era quella di non riuscire a trovare una sistemazione entro l’autunno, con l’arrivo del freddo sarebbe stata dura vivere nel camper senza riscaldamento e con pochissime cose. La nostra abitazione è ancora in piedi, ma c’è il rischio che crollino il soffitto e pezzi d’intonaco, i tecnici ce lo hanno detto chiaramente, non possiamo vivere lì».

Alice al momento è anche senza lavoro: «Sono una precaria della scuola, a giugno mi è scaduto il contratto. Inoltre, tutta la mia famiglia è stata colpita duramente dall’alluvione, anche i miei genitori sono alluvionati ma essendo al primo piano riescono a stare in casa. Ora dopo la paura e tanta incertezza, finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel. C’è ancora tanto da fare per sistemare le cose, ma con un tetto sicuro sulla testa sono pronta ad affrontare tutto». Alice Casadei ha ottenuto una vittoria importante ed è già al lavoro per rendere accogliente l’appartamento che le hanno assegnato venerdì, ma la sua battaglia continua anche per i tanti alluvionati che sono ancora in difficoltà. «Non mi fermo, dobbiamo far sentire la nostra voce. Partecipo sempre alle riunioni del comitato alluvionati, ero in piazza Saffi e a Borgo Sisa, e continuerò a lottare perché non ci lascino soli. Se il Governo non mantiene le promesse – conclude – siamo pronti a muoverci per farci sentire anche a Roma. L’alluvione ha portato via tutto a molte persone, l’acqua in un attimo ha spazzato via i sacrifici di una vita, abbiamo perso anche i nostri ricordi, non ci arrenderemo».

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