Alluvione, allarme sulle batterie al litio: possono incendiarsi

Ravenna

RAVENNA - «Noi stiamo avvisando e intervenendo per tutti i nostri clienti, ma i rischi legati alle batterie al litio restate “in ammollo” è sottovalutato e sconosciuto: si possono incendiare anche dopo che si sono asciugate, ed è un fuoco difficilissimo da estinguere». Ruben Falco guida un’azienda ravennate nel settore del fotovoltaico, la I4M, ed è ben consapevole della quantità di accumuli montati, soprattutto dopo gli incentivi legati al Superbonus, in tutte le zone alluvionate: «Le batterie sono state aggiunte in quasi tutti i pacchetti di riqualificazione green compiuti negli ultimi anni. E purtroppo, trattandosi di impianti voluminosi – spiega Falco –, in molti casi la soluzione è stata quella di posizionarla in seminterrati o cantine».

Oggetti pericolosi

Le batterie al litio rimaste per lungo tempo sotto l’acqua, però, in molti casi possono originare incendi. Non a caso, per le automobili elettriche alluvionate il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, ha disposto una “quarantena” di quindici giorni, ed è necessario quindi tenerle parcheggiate all’esterno e ad una distanza di almeno cinque metri da qualsiasi altro veicolo. Lo stesso problema si può ingenerare per gli accumuli montati in abbinamento al fotovoltaico: «E’ importante mettere in sicurezza l’impianto e noi lo stiamo facendo gratuitamente per tutti i nostri clienti. Anche perché non si tratta di un banale device a cui si stacca la spina», mette in guardia Falco. E, secondo l’imprenditore ravennate, nel caso delle batterie all’interno delle abitazioni non è proprio il caso di procedere più ad una riattivazione: «Accumuli e inverter rimasti a lungo a mollo non sono più sicuri. Nel caso delle batterie, possono vedere il proprio isolamento compromesso e se si incendiano sono difficilissime da spegnere. L’acqua certamente non basta e in molti casi alimenta la combustione – prosegue l’imprenditore ravennate –. Per questo, per le zone alluvionate, sarebbe il caso di prevedere un capitolo di ristori per questo genere di impianti».

Perdite ingenti

Quasi nessuno infatti ha una specifica polizza assicurativa: «Per chi ha compiuto l’investimento al di fuori del 110% associato allo sconto in fattura, si tratta di una perdita dai 10mila ai 15mila euro – ricorda Ruben Falco –. Molti cittadini, infatti, stanno pagando un finanziamento per un bene che dovranno smaltire. E pazienza per chi se lo è visto “regalare” dallo Stato col Superbonus. Per gli altri, si tratterebbe di un pagarlo due volte. Oppure di rinunciarvi, contribuendo a un passo indietro sulla via della transizione green».

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