Con l’alluvione si accentuano le problematiche sul tema della casa. Proprio per dare risposta ai tanti cittadini che hanno perso tutto o quasi, il Comune e la Fondazione Abitare si sono attivati per reperire alloggi sul territorio di Forlì e lanciano un appello alle migliaia di proprietari privati che attualmente hanno appartamenti sfitti e pronti per essere assegnati. «Al momento sono 68 i cittadini ricollocati in strutture ricettive e 45 le persone sistemate nelle case di riposo Zangheri e Orsi e Mangelli – spiega l’assessora alle politiche sociali, Barbara Rossi -. Oltre a queste, va fatto presente che al Comune sono già arrivate 800 domande (alle quali se ne aggiungono 200 pervenute ai patronati) per ricevere il Cas, ovvero il contributo di autonoma sistemazione. In pratica, mensilmente e fino alla fine dell’emergenza fissata al maggio del 2024, le famiglie possono contare su un aiuto economico che va da un minimo di 400 euro fino ad un massimo di 900 euro per poter pagare un canone di locazione in attesa di poter sistemare e rientrare nelle proprie case».
E’ qui che entra in gioco la Fondazione Abitare che ha il compito di trovare abitazioni sul territorio. Insomma, l’invito è rivolto ai proprietari privati di immobili a farsi avanti e di metterli a disposizione nell’immediato, per un periodo provvisorio, ai cittadini che hanno subito danni alle proprie abitazioni a seguito dell’alluvione.
«Lanciamo questo appello, già in queste settimane abbiamo ricevuto 15 contatti su Forlì – afferma il presidente della Fondazione Abitare, Alberto Gentili -. Non dimentichiamoci, però, che è importante poter reperire alloggi anche per l’Appennino, fortemente colpito dalle frane che hanno compromesso case e viabilità. E’ fondamentale mantenere, specie in queste zone, la residenzialità se non vogliamo assistere allo spopolamento della montagna». In buona sostanza la Fondazione Abitare si fa intermediario tra il privato che ha la disponibilità di immobile e chi ricerca una sistemazione a seguito dell’alluvione. «In questo modo noi garantiamo una tutela ai proprietari stessi sul pagamento del canone di locazione e ci facciamo carico, anticipando le risorse, anche di possibili lavori di straordinaria manutenzione che poi saranno da noi rimodulati sull’affitto – precisa Gentili -. Dall’altro gli inquilini si vedranno assegnare un alloggio dovendo pagare un canone di locazione calmierato. Inoltre, il nostro personale si impegna a fare apposite verifiche delle abitazioni». «In una situazione come questa c’è bisogno di coesione – fa eco il dirigente dei servizi sociali Pierluigi Rosetti -, il tema della casa è sempre stato delicato. Con la Fondazione Abitare possiamo dare risposte a chi si trova in una situazione di difficoltà andando incontro alle esigenze dei proprietari ma anche degli inquilini».
Il Comune, però, mette a disposizione, come previsto dalla Regione, anche 30 alloggi di edilizia residenziale pubblica ai quali se ne aggiungeranno altri 10 tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. «Fortunatamente abbiamo solamente due nuclei familiari da ricollocare perchè hanno subìto danni a seguito dell’alluvione – conclude Rossi -. La priorità sarà data a loro e, come stabilito dalla Regione, a tutti coloro che sono già in graduatoria e che hanno perso la propria casa».
Affitti più leggeri nei comuni colpiti dall’alluvione, grazie a un contributo fino al 100% del mancato incasso a favore dei proprietari degli alloggi che concordano con gli inquilini una riduzione del canone di almeno il 20%. In altre parole la Regione mette mano alla rinegoziazione degli affitti con una misura che prevede, sulla base di un accordo volontario tra inquilini e proprietari, la possibilità di diminuire il canone con un duplice vantaggio: per i primi una minore spesa, per i secondi le garanzie offerte dalla Regione che si impegna a rimborsare almeno in parte il mancato incasso. Il contributo regionale a favore dei proprietari viene portato così dal 70 al 100% per le tipologie di contratto di affitto rinegoziati per una durata tra sei e dodici mesi, relative a nuclei familiari che risiedono o dimorano nei territori colpiti dagli eventi alluvionali e dalle recenti frane.