Allarme mafie e riciclaggio in Romagna: Ravenna a +64% rispetto al 2020

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La Cgil lancia l'allarme per i dati sulle segnalazioni di riciclaggio in Emilia-Romagna. Franco Zavatti della Cgil modenese segnala infatti che "dopo gli anticipi dei dati statistici sulle operazioni finanziarie sospette, emessi dalla Banca d'Italia nel luglio scorso, a fine settembre la Uif (Unità di informazione finanziaria per l'Italia, ndr) ha pubblicato il report completo sull'antiriciclaggio riferito al primo semestre di quest'anno". E purtroppo, evidenzia Zavatti, nel documento si legge, parlando del trend di crescita nell'ultimo anno nelle regioni più 'esposte', che "i dati numerici più significativi si rilevano in Lombardia, poi nel Lazio, in Emilia-Romagna, Piemonte e Sicilia".

L'Emilia-Romagna, spiega quindi l'esponente della Cgil, "si trova al terzo posto sul 'podio nero' del numero di segnalazioni fatte nel primo semestre del 2021", e addirittura "al secondo posto per la percentuale di crescita del riciclaggio segnalato rispetto al primo semestre del 2020". Quest'ultima classifica, infatti, vede in testa "il Piemonte con un +48% e poi l'Emilia-Romagna con un +40,8%, davanti a Sicilia e Lombardia". Una "dinamica di crescita- rileva Zavatti- impressionante anche sul piano nazionale, con 52.967 segnalazioni nel primo semestre del 2020, cresciute a 60.220 nel secondo semestre e giunte a ben 70.157 nel primo semestre di quest'anno", numeri "ulteriormente aggravati dal fatto che in questi ultimi tre anni è cresciuta anche l''attendibilità'; delle segnalazioni ricevute dalla Uif e girate alla magistratura: dal 17,1% delle 'non rilevanti' si è giunti al recente 8,4% e con un 'rischio più elevato' riferibile ai traffici illegittimi economico-finanziari, superiori ai 400.000 euro".

Nel dettaglio, spiega il rappresentante della Cgil, "le 'forme tecniche' più diffuse ed utilizzate per il riciclaggio illegale e malavitoso sono bonifici nazionali e transnazionali, operazioni societarie, carte di pagamento e operazioni immobiliari, con però una modalità radicata sullo sfruttamento del lavoro nero ed irregolare, che il report evidenzia con forza, attraverso la costituzione di società fasulle e la compiacenza di consulenti, con versamenti fasulli di contributi pensionistici e sanitari a lavoratori in nero". Quanto alla situazione emiliano-romagnola, chiosa Zavatti, "le 4.902 segnalazioni partite dalla nostra regione nello scorso semestre, 27 al giorno, vedono alcune province con crescite preoccupanti rispetto allo scorso anno".

I numeri: +64% per Ravenna

In particolare, "Ravenna registra un +64%, Forlì e Reggio Emilia un +53%, Rimini +52%, Parma +37%, Bologna +34%, Ferrara +33%, Piacenza +28% e Modena +25%". Peggiorano, a livello nazionale, anche i dati sul "traffico 'money transfer' di risorse in nero per riciclo nei paradisi fiscali, con una crescita del 109,5% del numero delle segnalazioni, che però riguardano un numero di operazioni cresciute del 200,55% rispetto a un anno fa". E le regioni "più 'vocate' ai paradisi fiscali- segnala Zavatti- sono la Liguria e l'Emilia-Romagna", dove Modena è la provincia con i numeri peggiori per quanto riguarda "la classifica sui bonifici finanziari verso l'estero a 'fiscalità privilegiata'". In sostanza, tira le somme l'esponente Cgil, dal report emerge che l'Emilia-Romagna è "una realtà economica, produttiva e finanziaria che si sta ancor più inquinando col fare illegale e malavitoso, che allarga gli ingressi mafiosi nella nostra rete aziendale regionale e che impone l'adozione urgente di misure di contrasto e di prevenzione istituzionale e sociale". 

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