Allarme giovani: la Spagna è in corsia di sorpasso sull'Italia

Le nuove leve della scuola spagnola spaventano e fanno gridare l’allarme a tantissimi appassionati italiani. Jorge Martin in MotoGP, Raul Fernandez in Moto2, e soprattutto i vari Pedro Acosta, Artigas, Alcoba, Garcia e Guevara in Moto3, sembrano aver riportato le lancette dell’orologio indietro di una decina di anni, quando la Spagna spadroneggiava. Dove sono i giovani italiani? Spariti. Il campione tricolore Moto3, il nostro Kevin Zannoni, non ha sfondato nel mondiale junior in Spagna, né ha impressionato nelle poche wild card mondiali: ora corre nel civ Supersport e nel mondiale MotoE.

L’allarme lo ha lanciato Pierfrancesco Pileri (team manager che lanciò Loris Capirossi nel mondiale) sulle pagine di “Motoracingsports” ad inizio aprile, indicando nelle politiche della Federazione motociclistica italiana la ragione della mancanza di nuovi talenti. E’ davvero colpa del presidente Giovanni Copioli e della sua Fmi? In passato, in effetti, il Team Italia, la squadra diretta dai federali, aveva ottenuto risultati: uno su tutti l’approdo di Max Biaggi al mondiale 250. Ma la struttura si era rilevata costosa e poco produttiva. Ora, il gruppo di tecnici coordinati dall’ex pilota Roberto Sassone, aiuta un numero maggiore di giovani piloti. Qualche cosa che non funziona però c’è ed è anche facile individuarlo: manca un team italiano che porti questi talenti al mondiale e si prenda il rischio di una stagione in ombra per farli crescere. In passato il compito lo aveva svolto egregiamente Massimo Matteoni con la sua squadra (ricordiamo Marco Melandri e Marco Simoncelli, solo per citare i due nomi più belli e recenti), poi era stato il silenzio. Silenzio riempito da un altro team importante: il Vr46 Academy di Valentino Rossi. Il suo impegno aveva spinto altre due strutture a fare altrettanto: il Gresini Racing di Faenza e il Sic58 di Coriano.

Se guardiamo i piloti che ci entusiasmano ora troviamo: Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia, portati in MotoGP dalla struttura di Vale dopo aver vinto il mondiale Moto2, Luca Marini, Marco Bezzecchi, Stefano Manzi, Nicolò Bulega (che poi è passato al Gresini Racing), Dennis Foggia (passato al Leopard), Andrea Migno e Niccolò Antonelli, tutti spinti dal team di Vale. Così come l’ultimo arrivato: Celestino Vietti. Marco Lucchinelli, ex campione diventato un opinionista graffiante, ha consigliato a Vale di farsi da parte per lasciare spazio ai giovani, ma Rossi ha già dato tantissimo spazio ai giovani. “Morbido” la MotoGP l’avrebbe vista con il canocchiale senza la Vr46, era un pilota Supersport, Migno e Antonelli sarebbero già a casa da un pezzo, così come Manzi e altri ancora. Già perché basta una stagione sottotono, ad un pilota italiano, per essere messo in un angolino e da lì dimenticato in fretta. Il Gresini Racing ha lanciato un certo Enea Bastianini, Fabio Di Giannantonio e sta dando una seconda occasione a Bulegas e Lorenzo Savadori, per non parlare di Matteo Ferrari ritornato in auge con la MotoE; il Sic 58 ha portato ai massimi livelli Tony Arbolino e ha rigenerato Antonelli. Quest’anno mancano loro. Il Vr46 non si impegna più in Moto3, un colpo tremendo per i giovani talenti tricolori; il Gresini schiera Gabriel Rodrigo, all’ultima spiaggia, e il giovane talento spagnolo Jeremy Alcoba; il Sic 58 porta in pista Tatsuki Suzuki e il poco conosciuto francese Fellon. Nel mondiale junior, il cev Moto3 che ha tanta importanza, di bei prospetti non ne vediamo. Resta il sarsinate Elia Bartolini, scommessa di Vale, in Moto3 (bella la doppietta del Mugello) e il compagno di squadra Alberto Surra. Il Gresini Junior, dopo aver puntato su “Zanna” nel 2020, ha scelto una linea verdissima. Bisogna che la Fmi recuperi il rapporto questi team e che ogni anno, almeno uno di loro, schieri un giovane promettente emerso dai nostri campionati nazionali. Altrimenti, fra un lustro, potremmo nuovamente avere una griglia mondiale povera di tricolore

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