Allarme colture rovinate dai daini a Poggio alla Lastra

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La distruzione di campi e seminagioni da parte di branchi di decine e decine di daini suscita la reazione congiunta di cacciatori ed agricoltori. Come mostra la foto dei terreni dell’azienda agricola La Rondinaia di Daniele Moretti 60-70 daini devastano campi appena seminati a orzo.

Si fa interprete del profondo malumore Pierluigi Battistini, presidente dell’Atc 5 che comprende territori dei Comuni di Bagno di Romagna e di Santa Sofia. «I danni alle colture agricole hanno portato all’esasperazione gli agricoltori e gli unici a concedere loro contributi sono i cacciatori». Battistini segnala le invasioni di specie opportunistiche e non autoctone in maniera completamente incontrollata come nutrie, aironi, gabbiani e cormorani che «Però la specie che crea più problemi di tutti è il daino che si concentra in zone coltivate in grandi gruppi anche fino a 80 esemplari e pulisce tutto il seminato. Ogni azione di prevenzione è poco efficace perché il filo elettrico lo saltano o lo abbattono e altre azioni acustiche o visive fanno effetto solo il primo giorno». Daino e cervo sono specie cacciabili solo sulla base dei piani di abbattimento della Provincia e in certi periodi e l’Atc organizza il tutto.La specie che creava maggiori problemi era il cinghiale, ma ora con nuove normative e la possibilità di piani di controllo straordinario durante tutto l’anno l’impatto sull’agricoltura si sarebbe ridotto. Ora, a quanto pare, bisogna “badare” i daini. «La zona di Rondinaia, Poggio alla Lastra, Monteguidi è invasa da mandrie che si mangiano tutte le colture - ribadisce Battistini -. I nostri agricoltori sono esasperati e sarebbe necessario intervenire sulla normativa per effettuare anche per questa specie piani di controllo straordinari o un periodo di abbattimento più lungo e non contingentato nei numeri».


«È inutile lavorare così, lavorare per niente»; non ha dubbi Daniele Moretti, 27 anni, da 4 impegnato nell’azienda agricola La Rondinaia, a pochi passi dal memoriale agli Alpini della Romagna, in Val Bidente anche se ancora in Comune di Bagno di Romagna. L’azienda alleva bovini e capre e produce formaggi con latte di capra e con latte di mucca, ricotte e raviggiolo. Orzo e seminativo serve anche per alimentare gli animali. «Ma tutti i giorni arrivano decine di daini – lamenta Moretti sconsolato – si mangiano l’erba in diversi campi. L’anno scorso ho fatto domanda per i rimborsi, ma finora ci ho rimesso anche lì, tra marche da bollo e costi, e ancora non ho visto niente. Ho prodotto 7 quintali di cereali in 3 ettari, quando normalmente se ne dovrebbero ricavare 180. La situazione dei daini è sfuggita di mano, bisogna fare piani di controllo. Avevo comprato i cannoni per azioni di dissuasione acustica. Stanno lontani per qualche giorno poi ricominciano». I daini in zona li hanno contati in circa 300.

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