Allarme aziende romagnole: un terzo perderà il 20% del fatturato

Bologna. Quasi il 40% delle imprese della Romagna prevede perdite del 20% sul fatturato estero. Lo evidenzia l'indagine flash realizzata dal centro studi di Confindustria Romagna per valutare l'impatto del conflitto in Ucraina sul tessuto produttivo del territorio. Nei primi nove mesi del 2021 secondo i dati Istat elaborati dalle Camere di commercio, in provincia di Forlì-Cesena le esportazioni verso la Russia e Ucraina ammontano a 76 milioni di euro mentre le importazioni raggiungono quota 12,6 milioni di euro. Nello stesso periodo in provincia di Rimini le esportazioni verso la Russia e l'Ucraina ammontano a 85,3 milioni di euro mentre le importazioni raggiungono quota 1,8 milioni di euro.

In provincia di Ravenna le esportazioni verso i due paesi in guerra ammontano a 79,3 milioni mentre le importazioni raggiungono quota 336,4 milioni. Ora il 38,1% delle imprese che hanno risposto all'indagine prevede, come conseguenza del conflitto, un calo fino al 20% del fatturato da export. Ad essere più temuto è l'impatto del sistema delle sanzioni, che rischia di generare difficoltà negli scambi e nei rapporti commerciali. Rimane altissima la preoccupazione per i rincari dei costi energetici, con conseguenze per i costi di trasporto, difficoltà di approvvigionamento e l'erosione dei margini di profitto. "Il primo pensiero è all'emergenza umanitaria, alle vittime e ai profughi di questa guerra disumana: va adottata ogni misura possibile contro il tentativo di calpestare libertà e sovranità dei popoli con la violenza. Confindustria ha subito accolto la proposta della Cisl di attivare un fondo per sostenere in modo concreto la popolazione ucraina", fa sapere il presidente Roberto Bozzi.(

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui