Alfonsine, morto nel canale: le ricerche disperate e quel filo da pesca attorno alle mani

Tutta la sua città non riesce a darsi pace e nemmeno un perché. Troppa la rabbia e la disperazione di familiari, amici e semplici conoscenti per la morte di Raffaele Montanari, il giardiniere di 48 anni originario di Bagnacavallo ma residente ad Alfonsine.

Attualmente l’ipotesi è che l’uomo, padre di due gemellini di 7 anni, nel pomeriggio di sabato scorso sia annegato nel Canale Destra Reno (più precisamente nei pressi delle “botti della Molinazza”, comunque nel suo Comune) durante una seduta di pesca.
Tuttavia nelle ore successive alla tragedia la cronologia di quel sabato è stata cristallizzata dagli amici che l’hanno visto per ultimi, gli stessi che poi si sono prodigati per cercarlo. «Ci siamo visti una mezz’oretta al bar dopo pranzo, come capitava spesso – raccontano alcuni di loro – poi lui poco prima delle 14.30 ha salutato dicendo che sarebbe passato da casa a prendere l’attrezzatura per andare a pescare, senza però specificare dove». Certo è che alle 17 sarebbe dovuto passare dalla madre, Miranda, per riprendere i due piccoli figli e tornare a casa propria in attesa del rientro dal lavoro della compagna Enrica. «Sugli orari era tassativo – sottolineano gli amici – e infatti la madre non vedendolo arrivare, dopo poche decine di minuti ci ha subito allertato. Ovviamente Raffaele al telefono non rispondeva, ma questa era una sua abitudine e infatti il cellulare è stato ritrovato nell’auto. Abbiamo subito iniziato a cercare nei punti più comuni, ma senza trovarlo. Solo verso le 22.15 uno del bar si è ricordato di aver sentito un determinato punto in cui poteva essere andato: ci siamo catapultati lì, trovando la sua auto. A una ventina di metri c’era la sua canna su quella “muratura” tra gli argini da cui probabilmente è caduto in acqua».

E qui sono gli amici, alcuni dei quali pescatori sporadici, a raccontare alcuni dettagli. «Utilizzando una sola delle tre canne che aveva con sé (le altre due pare che fossero ancora nell’auto) probabilmente stava pescando in modalità “spinning” – spiegano –, tecnica che consiste nel lanciare l’amo e muoversi continuamente, quindi da praticarsi in piedi. Noi non sappiamo cosa sia successo, ma sicuramente non è stato un pesce a scaraventarlo in acqua: in questo caso, comunque improbabile per quel canale, si molla la canna e solo questa finisce a mollo. Nella peggiore delle ipotesi ci sarebbero finiti entrambi, ma non ci spieghiamo come sia possibile che la canna sia rimasta su quella specie di cordolo e lui cadere sul fondo. Raffaele sapeva nuotare davvero bene e quindi se fosse finito in acqua accidentalmente ne sarebbe comunque venuto fuori».
Sempre da quanto riferiscono gli amici – i primi a trovare l’auto e far accorrere sul posto le forze dell’ordine – Montanari sarebbe stato recuperato nella notte dai sommozzatori dei vigili del Fuoco sul fondale in corrispondenza della canna da pesca, quasi come fosse caduto a piombo. E questo potrebbe avvalorare l’ipotesi del malore, ammesso che in quel momento non avesse la canna in mano, anche se – sempre secondo l’ipotetico scenario prospettato dagli amici – quel tipo di pesca non prevede di posare l’attrezzo.
Tuttavia c’è un’indiscrezione che nella giornata di ieri circolava sempre più insistentemente anche nel paese. Pare – ma il condizionale è d’obbligo e saranno le indagini a confermarlo o a smentirlo – che Montanari sia stato tirato fuori da quelle acque torbide con della bava attorno alle mani (il comune filo da pesca a cui si attacca l’amo), come se fosse arrotolata. Di certo c’è invece che la sua morte è dunque avvenuta nella giornata di sabato, tra le 15, orario d’arrivo, e le 22.30, quando gli amici hanno rintracciato il luogo in cui aveva parcheggiato.
La salma del pescatore si trova alla camera mortuaria dell'ospedale di Ravenna a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il sostituto procuratore Stefano Stargiotti ha disposto l’ispezione cadaverica per chiarire la causa del decesso. Solo in seguito si potrà dare l’ultimo saluto a Montanari. Bisognerà attendere infatti il nulla osta della magistratura per celebrare il funerale dell’uomo che oltre alla compagna Enrica e i due gemellini di sette anni, James e Jolie, lascia la madre Miranda e la sorella Erica.

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