Alfonsine, l'allarme della Marini Spa: "Con la guerra a rischio un mercato dai 10 ai 20 milioni"
Una fetta di mercato significativa, a cui almeno transitoriamente sarà necessario rinunciare. Soprattutto però c’è il tratto inquietante di quelle commesse andate perdute perché “dall’altra parte ora non risponde più nessuno». La guerra russo-ucraina ha riscossi molto seri sul vissuto di varie aziende della provincia ravennate. Una di queste è la Marini Spa di Alfonsine, azienda leader nella produzione di impianti per conglomerati bituminosi. L’azienda del Ravennate esiste dal 1899 e dal 1988 vide la maggioranza delle quote della Spa (costituitasi nel ’73) alla holding Fayat.
Marini spa impiega 400 persone, in maggioranza ad Alfonsine, ma ha tre filiali produttive in Cina, India e Turchia. E tre sono gli uffici commerciali: Dubai, Polonia e, appunto, Russia.
Luca Camprini è Ceo e General manager del gruppo con sede in via Roma ed al momento vive maggiormente la criticità nel Paese invaso, ossia l’Ucraina.
Camprini, quali sono le reazioni che riscontrate dal 24 febbraio?
«La situazione è molto critica. Abbiamo molto business in Ucraina e abbiamo subito l’annullamento di vari ordini. Altri non sono stati annullati ma li diamo per persi».