Alfonsine, "Mi chiamo Giacomo e non so cosa inventarmi". Un progetto per le scuole in sua memoria

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Dal dolore per la perdita di un figlio ad un progetto per aiutare gli adolescenti a conoscere e gestire le proprie emozioni, partendo proprio dalle poesie lasciate dal ragazzo. Giacomo Cavallini aveva 20 anni quando morì in seguito ad un terribile incidente stradale nel giugno del 2019, ma continua a vivere e a lanciare messaggi attraverso la madre, Monica Pezzi, che dopo la sua morte ha pubblicato un libro “Mi chiamo Giacomo, ho 20 anni e non so cosa inventarmi” con le sue 55 poesie scatenando una incredibile onda emotiva sui social e non solo. E dopo il libro, Monica ha deciso di fondare l’associazione “Le emozioni di Giacomo odv” che presenterà ufficialmente al Labirinto effimero di Alfonsine il 3 giugno alle 20.30, giorno del compleanno di Giacomo. «Festeggeremo per il terzo anno consecutivo il compleanno di Giacomo; quest’anno però, graziati dalla pandemia, sarà un festa ancora più grande – afferma Monica – perché presenteremo anche la nostra associazione. Sarà un evento pieno di allegria, con musica dal vivo, street food, birra e parole. Sarà bello festeggiare tutti insieme sotto la grande quercia». Tutti i proventi della serata saranno devoluti all’associazione. «La pubblicazione della raccolta di poesie di Giacomo ha scatenato una incredibile onda emotiva che mi ha ispirato a proseguire con altri progetti che portassero avanti il valore, la sensibilità e il ricordo di Giacomo – spiega Monica –; mio figlio ha lasciato delle cose che non mi sarei mai immaginata, è come se mi avesse lasciato un compito. Ricordo che mi chiamava la psicologa di casa perché ho sempre cercato di avere un ottimo rapporto con i miei figli. Vedevo in Giacomo tanto di me e avevamo un rapporto speciale. Con l’apertura della pagina facebook dedicata a lui si è aperta una linea di comunicazione enorme. Ho deciso di condividere il mio sentire, questo mi ha aiutato molto ad attraversare il dolore. Tutto questo interesse mi ha spinto, insieme a due mie care amiche, Mariacristina Errani (life coach a indirizzo emotivo e comportamentale) e Monica Vecchi (dirigente aziendale), a dare vita all’associazione “Le emozioni di Giacomo” che promuove la conoscenza dell’intelligenza emotiva all’interno delle scuole. Le poesie di Giacomo si stanno rivelando un ponte efficace e potente per riuscire a creare con i ragazzi un percorso esplorativo-emozionale che li aiuti a diventare adulti più consapevoli nei confronti delle loro necessità e dei loro veri bisogni. Si tratta di un progetto di sensibilizzazione verso la cosiddetta intelligenza del cuore». Il progetto è già stato presentato a diverse scuole del Ravennate suscitando molto interesse e quest’anno ha spiccato il volo proprio nella scuola che frequentava Giacomo: il liceo classico di Ravenna». Con il supporto della dirigente e degli insegnanti si è concretizzato il progetto “Sentio Ergo Sum”, quattro incontri con le classi prime di scienze umane incentrati sull’intelligenza emotiva, cercando di dare ai ragazzi gli strumenti di base per riconoscere le proprie emozioni e imparare a gestire le situazioni più difficili. «I giovani sono in difficoltà dopo la pandemia, che è stata la punta di un iceberg che ha fatto emergere tante situazioni di disagio – sottolinea Monica Pezzi –. Durante gli incontri partiamo dal libro, dalla storia di Giacomo, individuiamo vari argomenti e attraverso alcune delle sue poesie, parliamo delle emozioni. Durante uno di questi incontri, i ragazzi sono stati invitati a scrivere dopo la lettura della poesia scritta da Giacomo a 15 anni, “Adolescenti”, come loro avrebbero descritto questo periodo della loro vita e ne è nata una nuova bellissima poesia che io e Mariacristina abbiamo chiamato “Adolescenti 2.0”».

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