Alfonsine, Comitato cittadino in difesa di parchi e piste ciclabili


All’inizio volevano solo salvare le api, nelle loro intenzioni c’erano la lotta ai pesticidi e la realizzazione del Bio Distretto, in pratica la promozione del territorio tramite la crescita del settore biologico sia in agricoltura che nel turismo, sfruttando e recependo le novità normative.

«Abbiamo presentato il nostro progetto al sindaco Riccardo Graziani tempo fa – spiega la portavoce del comitato “Salviamo le api, salviamo noi”, la docente Nadia Barresi –. Non avendo ricevuto alcuna risposta, nemmeno dopo vari solleciti, abbiamo deciso di passare all’opzione del referendum consultivo: le questioni ambientali hanno bisogno di una grande partecipazione e di un sussulto democratico».

Decisione questa maturata dopo una serie di incontri con altre associazioni locali e alcuni gruppi di impegno green. E infatti la campagna referendaria si chiamerà “Otto passi per l’ambiente ad Alfonsine”, una serie di passi che sembrano l’inizio di un più lungo cammino. Otto sono i singoli quesiti posti come referendum.

In primis appunto il Bio Distretto con tutte le sue sottolineature, per poi passare all’aria pulita, con uno stop deciso alle polveri sottili.
Quindi la proposta di realizzare uno specifico Parco delle acque dedicato al partigiano Terzo Lori, recuperando in questa maniera l’area ex Iter, compresa l’ex fornace Violani ora riserva naturale.

Altro punto centrale è la città sostenibile, accelerando quel processo di coinvolgimento attivo dei cittadini a cui si allacciano anche gli orti urbani, per i quali il referendum chiede di destinare almeno l’1% di aree pubbliche alla nascita di orti biologici nel territorio da assegnare e gestire con apposito regolamento.

Sempre all’insegna del green è il punto sulla mappatura dell’amianto ancora presente negli edifici privati, registrandone l’eventuale stato di degrado e la necessità di rimozione e bonifica. Il completamento delle piste ciclabili, sia in ambito urbano che extraurbano, asfaltate e sterrate, è un altro focus del comitato promotore che, infine, si concentra anche sulla sicurezza dei bambini, chiedendo di classificare come “zona scolastica” tutte le strade, anche quelle di prossimità, sede di edifici scolastici.

«Sono quesiti referendari che hanno alla base la concretezza e la fattibilità – sottolinea Nadia Barresi – e che con coerenza cercano di delineare un percorso nuovo per il territorio di Alfonsine e delle aree limitrofe, che punti sul paesaggio e sulla qualità ambientale, anche per creare nuovo lavoro (e buono) per i giovani».

Tuttavia la tempistica è rigorosa: un periodo ipotetico per la loro presentazione potrebbe essere verso metà giugno.

«Dal punto di vista pratico fare i referendum è una sfida inedita – ammette la promotrice – non solo perché in sedici anni nessuno ci ha provato, ma perché le regole prevedono un compito molto impegnativo: 800 firme autenticate in tre mesi. Non c’è solamente una raccolta firme, ma anche un percorso culturale e di dibattito che porti imprese, associazioni, gruppi informali e singole persone a mettersi in gioco, a ritrovare l’entusiasmo di fare qualcosa per il proprio paese».

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