«Con l’estate è tornata la voglia di giocare dei ragazzini. E con essa sono tornati… I pericoli».
Il riferimento della professoressa Rosalba Santacroce è ad una vicenda annosa. Che vede da una parte un residente di Alfero, persona non più giovanissima e di origini marocchine. Dall’altra i ragazzini che giocano per strade e parchi pubblici. Contro cui l’uomo a cadenza regolare si scaglia anche con modi eccessivamente violenti.
«Nel centro abitato – spiega – c’è un parco dove si gioca, si correre e c’è la voglia di calciare un pallone. Il problema è che l’area verde pubblica sembra off limits. Questo perché, attigue al parco ci sono le case popolari ed in una di queste abita l’ormai noto cittadino di origine marocchina che ogni anno, durante l’estate, infastidito dal rumore che i ragazzi provocano nel giocare a calcio, urla, sbraita, minaccia e li intima ad andarsene».
La cosa grave spiega Rosalba Santacroce è che le minacce verbali… «Sono rafforzate dall’impugnare oggetti contundenti e brandirli, come una spranga di ferro, un martello e per ultimo una catena con un lucchetto. Il tutto per spaventare i ragazzi che così spesso si vedono costretti ad abbandonare il parco, a volte anche scappando».
Tutto questo succede da circa tre anni. «Il problema va valutato attentamente. Non si capisce perché questa persona si senta autorizzato a fare ciò che vuole, senza mai incontrare contrasto da parte di qualcuno. Oltre alle minacce, che sono gravissime, ha eretto all’interno del parco, in un ritaglio di terra di proprietà del comune, una struttura abusiva, un manufatto costruito su una platea realizzata con tavolame di legno, circondata da filo spinato e diventata ricettacolo di accumuli di ogni genere. I fatti sopracitati dimostrano che quell’uomo si sente autorizzato al non rispetto delle leggi e delle regole della civile convivenza. Alla luce di questa vicenda, quello che preme sottolineare, è che si prenda consapevolezza della gravità dei fatti: un soggetto così impulsivo, con reazioni eccessive e quindi inadeguate rispetto al contesto, potrebbe arrivare a conseguenze gravi. È inevitabile che tutti gli organi preposti nell’ambito delle rispettive mansioni, per garantire il diritto alla sicurezza, prendano seri e risolutivi provvedimenti».

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