Alda Merini in mostra a Ravenna

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“Il sorriso e lo sguardo di Alda Merini”. «Se le si dava attenzione, si apriva ad un sorriso bellissimo. Che parole trovare per dire della sua semplicità, della sua umanità?» si chiede Giuseppe Nicoloro, autore della mostra fotografia in corso fino al 7 novembre alla Galleria Pallavicini22, nell’anniversario della scomparsa della grande poetessa milanese (Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1º novembre 2009), con il patrocinio del Comune di Ravenna, assessorato alla Cultura/Viva Dante.

Una passione, quella di ritrarre gli scrittori, spiega l’affermato fororeporter d’origine campana, che viene dal fascino provato per chi «racconta con le parole, per storie incredibili che scendono nel profondo dei sentimenti umani. Loro scrivono con la penna e io modestamente cerco di “scrivere con la luce”».

«Istantanee – scrive Dino Silvestroni nel suo testo critico per la mostra – che fissano una Merini che si muove, con la sua amata sigaretta, con la stessa noncuranza sia fra le pieghe della quotidianità sia sui palchi dell’ufficialità. L’ interessante prospettiva di queste foto è proprio quella che anche il fotografo è entrato nel gioco perché “il resto arriva da solo”».

Nicoloro, in che maniera i suoi scatti vogliono «racchiudere tutta la poesia»?

«Mi ritengo fortunato nel mio lavoro. A partire dalla lettura di un evento, di una personalità, fermare l’immagine con uno scatto è dare una testimonianza che resiste al tempo, mentre la memoria sfuma. È il succo del mio mestiere, quando cerco di far parlare la fotografia, che è come scrivere con la luce, come in pittura dai tempi di Caravaggio, luce che è parola!».

Cosa le hanno detto come fotografo “il sorriso e lo sguardo” di Alda Merini?

«Fui animato, conoscendola, dal desiderio di approfondire la conoscenza di questa poetessa dalla vita così intensa e drammatica. Andando a casa sua sui Navigli per un servizio per “Stop”, vidi una casa modesta, piena di oggetti, ma posti come se ognuno fosse al suo posto, e una persona all’apparenza modesta, ma serena, e lei aveva bisogno di parlare. L’ultimo periodo è stato per lei il più bello, con il successo dela sua poesia. Capitava di incontrarla spesso nei teatri. Io andavo a trovarla e la fotografavo, ma la sua semplicità era per lei il modo di rapportarsi più normale, più bello. Alcune foto sono inedite, come quelle fatte prima della sua fine, come quando fu ospite della trasmissione di Piero Chiambretti. Cercavo di metterla a proprio agio. È una bella raccolta. Per questo dovrebbe essere finalmente conosciuta per quello che ha scritto, non per la sua vita travagliata».

La mostra in viale Giorgio Pallavicini 22 è aperta tutti i giorni dalle 17 alle 19

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