Alberghi, la Cisl accusa: 50 stagionali assunti con contratti "pirata"

Dai cuochi agli addetti alle pulizie, più di 50 i lavoratori stagionali sarebbero assunti con "contratti pirata" in riviera e alcuni senza nemmeno un tetto sulla testa garantito. È la denuncia della Fisascat-Cisl Romagna che ha convocato in merito una conferenza stampa per dopodomani a Rimini. Come anticipa il sindacato, si tratta appunto di oltre 50 tra cuochi, aiuto cuochi, camerieri e addetti alle pulizie di età compresa tra i 25 e i 40 anni, provenienti da diversi Paesi, assunti per la stagione estiva dall'Asi, Azienda di servizi per le imprese, e collocati in diversi alberghi tra Bellaria, San Mauro Mare e Gatteo Mare (sette in totale). Tutti, attacca il sindacato, con "un contratto pirata, contratto collettivo dei servizi Anpit della Cisal, contrastato dai sindacati più rappresentativi poiché prevede un compenso orario lordo di appena 6,80 euro".

L'azienda di riferimento, aggiunge il sindacato, "avrebbe mancato di pagare loro l'intero stipendio di agosto e in alcuni casi anche le mensilità precedenti, negandosi alle telefonate di chiarimento e abbandonando i lavoratori al loro tragico destino, senza soldi e senza un alloggio con poche possibilità di rientro nelle loro dimore". Nei giorni scorsi, prosegue la FIsascat-Cisl Romagna, anche grazie all'aiuto delle istituzioni locali, si è cercato di aiutare in qualche maniera questi "poveri malcapitati, con un alloggio temporaneo, dei pasti e in qualche caso anche la collocazione lavorativa in altre aziende". Di certo, conclude, il segretario generale Gianluca Bagnolini, si tratta di "un esempio lampante di come la situazione lavorativa del nostro settore turistico sia insostenibile. Siamo in presenza di un'esternalizzazione dell'attività lavorativa che non si capisce con quale criterio sia stata fatta". Gli uffici del sindacato stanno raccogliendo le denunce che verranno inviate agli organi competenti del territorio: "Assicureremo tutto l'aiuto necessario per far riconoscere l'applicazione di un regolare contratto collettivo", conclude Bagnolini.

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