Albergatore riminese sotto accusa. «Nessuna molestia al ragazzino», ma i Ris trovano Dna

Rimini

RIMINI.Finora c’era soltanto la parola del ragazzino («Ho subìto atti sessuali») contro quella dell’albergatore sotto accusa («L’ho rimproverato e lui ha raccontato delle bugie al padre»). Due versioni opposte e inconciliabili tra loro, per una vicenda senza testimoni, uno dei casi tra più controversi degli ultimi tempi. Adesso però sul piatto delle considerazioni arriva la relazione dei carabinieri del Ris di Parma secondo la quale sarebbero state rilevate tracce del Dna negli indumenti intimi del minorenne e una commistione che lascia intendere la possibilità di un contatto non casuale tra i due.

Se ne discuterà nel corso dell’incidente probatorio fissato per la prossima settimana nel quale il ragazzino, presunta parte offesa, sarà ascoltato nelle forme dell’audizione protetta per “cristallizzare” la sua testimonianza in vista di un eventuale e probabile futuro processo.
Si vedrà soprattutto se l’esito della ricerca scientifica potrà essere messo in dubbio o almeno interpretato alla luce delle versioni dei protagonisti (il minore è assistito dall’avvocato Flavio Moscatt).
L’interesse del sostituto procuratore Davide Ercolani (l’indagine è affidata ai carabinieri) è quello di chiarire quanto accadde nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2019 nella veranda accanto alla reception dell’albergo a quattro stelle di Rimini gestito dal cinquantottenne riminese finito sotto accusa.

Lui stesso, che ha sempre negato ed è difeso dagli avvocati Paolo Righi e Alessandro Pierotti, si sottopose spontaneamente ai “tamponi” asserendo di non avere niente da nascondere.
«L’ho sorpreso con i pantaloni abbassati - aveva detto al giudice dopo che nei suoi confronti era scattata la misura cautelare - l’ho afferrato di peso, perché si rivestisse, l’ho rimproverato dicendo che certe cose non si fanno e ho minacciato di raccontare tutto al padre: forse è per questo che potrebbe avere raccontato una storia così assurda». Secondo l’accusa l’uomo, invece, trovatosi a tu per tu con il ragazzino, quattordicenne (il papà era ospite in una delle camere) avrebbe tentato un approccio prima amichevole e poi sessuale, per poi molestarlo approfittando del suo imbarazzo.

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