Al via la sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto ferroviario e stradale

Parte la sperimentazione dell'idrogeno che può rivoluzionare il trasporto ferroviario e stradale

Dal 1° luglio è iniziata la sperimentazione dell’idrogeno sia nel trasporto ferroviario  regionale e locale, sia in quello stradale, coinvolgendo i veicoli leggeri e quelli commerciali di peso superiore a 3,5 tonnellate.

PNRR e idrogeno

La sperimentazione è operativa in seguito alla firma di 2 decreti da parte del ministro delle infrastrutture  Enrico Giovannini e prevede un investimento di 530 milioni di euro ricavati dal  piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

L’operazione prevede lo sviluppo di una filiera completa a idrogeno per sostenere la sperimentazione nel trasporto ferroviario e la creazione di 40 stazioni di rifornimento per veicoli a idrogeno sulla rete stradale. Inoltre, 40% degli investimenti riguardano le regioni del Mezzogiorno d’Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

La ripartizione degli investimenti e i tempi della sperimentazione

Gli investimenti previsti per la sperimentazione dell’idrogeno a livello ferroviario ammontano a  300 milioni di euro per trasformare il servizio regionale e locale che è ancora largamente alimentato a gasolio o da altri combustibili fossili inquinanti.

L’uso dell’idrogeno permette anche di ridurre le spese per elettrificare le linee, risparmiando sui costi necessari per realizzare nuove infrastrutture e l’investimento permette interventi su tutta la filiera:

  • Produzione dell’idrogeno ecocompatibile (green)
  • Trasporto
  • Stoccaggio
  • Creazione di stazioni di servizio
  • Acquisto di nuovi treni.
Secondo la tabella di marcia, le 10 stazioni di rifornimento per idrogeno ferroviario vanno realizzate entro il  30 giugno 2026 e tutte le risorse economiche saranno assegnate entro il 31 marzo 2023 con l’aggiudicazione degli appalti.

Queste stesse scadenze riguardano anche la sperimentazione sulla rete stradale che prevede un investimento di 230 milioni di euro con la creazione di 40 stazioni di rifornimento dell’idrogeno per i veicoli leggeri e pesanti entro 4 anni.

Le arterie di collegamento interessate

I fondi del PNRR sono investiti in una serie di tratte ferroviarie locali che hanno bisogno di modernizzazione e rilancio attraverso l’alimentazione a idrogeno. La Valcamonica, il Salento, la ferrovia Adriatico Sangritana, la Circumetnea, la Cosenza-Catanzaro, il collegamento ferroviario Alghero-aeroporto, la tratta  Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona e varie arterie regionali e delle province autonome sono tra le più interessate da questa sperimentazione.

A livello di traffico stradale le stazioni di rifornimento saranno dislocate soprattutto sull’asse del Brennero, lungo il corridoio che collega Torino con Trieste e nei 4 corridoi di collegamento europeo Ten-T (Baltico-Adriatico, Mediterraneo, scandinavo-mediterraneo e Reno-Alpi.

Nell ambito di questi corridoi europei è inserita una serie di nodi strategici di primaria importanza tra cui 9 urbani (Roma, Bologna, Cagliari, Genova, Milano, Napoli, Torino, Venezia e Palermo) , 11 aeroporti, 14 porti marittimi, 5 porti fluviali (Cremona, Mantova, Ravenna, Trieste e Venezia) e 15 interporti come, ad esempio, quelli di Vado a Genova, Milano smistamento, Orbassano nel torinese, Padova e Verona.

Sicurezza stradale e monitoraggio dinamico

La ricaduta a cascata della sperimentazione dell’idrogeno può essere quindi molto ampia, concretizza un progetto che era atteso da anni e prevede anche un piano generale di miglioramento della sicurezza a livello di mobilità in  72 aree interne che includono in totale 1.077 comuni e 2 milioni di abitanti.

La sperimentazionesi accompagna infattiall’obiettivo di riqualificare 2.000 chilometri di strade attraverso il monitoraggio dinamico che consiste nell’analisi della rete ferroviaria e stradale, con sopralluoghi e controlli tecnologi a distanza di ponti, viadotti e tunnel, tenendo conto anche dei rischi sismici e dei dissesti idrogeologici che possono minacciare la stabilità di queste infrastrutture.

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