Al Ravenna festival Eugenio Sideri con "Calere" al teatro Alighieri

C’è sempre tanta curiosità quando ci accingiamo ad assistere a un nuovo lavoro di Eugenio Sideri, regista e dramaturg ravennate di solide radici la cui produzione (anche come prolifico autore letterario) è da sempre incentrata su importanti temi storico-sociali. Non fa eccezione “Calere. Transitus animae” – nuova coproduzione di Ravenna festival e NoveTeatro in collaborazione con Lady Godiva Teatro, in prima assoluta questa sera alle 21 al teatro Alighieri –, spettacolo che trova nella scomparsa dei sentieri di campagna, le calere appunto, una metafora del disorientamento delle nuove generazioni.

«Il tentativo di dialogo tra padre e figlio rappresenta le generazioni a confronto – sottolinea Sideri – senza rimpianti ma forse con sogni infranti, e senza illusioni, anzi, con troppe disillusioni verso il futuro. Sentieri, appunto, a volte nascosti, persi in un mondo dove, per dirla con Pasolini, “evoluzione non significa sempre progresso”. È questo che Ruben, uno dei personaggi di “Calere”, grida in faccia al padre il quale, quasi violentemente, accetta la sfida e va a cercare nella citazione pasoliniana il senso di un mondo scomparso. Ed è nell’incontro, e nello scontro, tra strade vecchie e nuove, tra sentieri battuti e altri ancora non visibili, che la tragedia antica torna a mostrarsi: la morte si presenta nella sua crudeltà, in quel grido nel sangue. È il lamento di chi perisce, ed è il lamento di chi, tra il sangue, viene al mondo».

La dedica di Ravenna festival a Pier Paolo Pasolini è in questo caso l’occasione per calarsi in un intreccio familiare romagnolo dove il tentativo di dialogo tra padre e figlio oppone due generazioni. Lo sguardo si allarga, come in un piano cinematografico, su porto e fabbriche, su campi e industrie, fino alla riviera, le cui luci accecano quelle del cielo. La dimensione domestica – l’interno casa di una famiglia romagnola – si apre su quello che sembra un litigio, ma in realtà è l’irruenza di chi ancora conserva un certo tipo di ardore nel sangue, rosso come la bandiera in cui, per anni, il capofamiglia ha creduto. La querelle riguarda il figlio Ruben, all’apparenza svogliato studente universitario, fervente innamorato del verbo pasoliniano ma confuso in un tempo e un’età che lo tengono lontano dagli studi. È questa la fonte delle preoccupazioni dei genitori, della fidanzata, dell’amico Marco. Quest’ultimo, a propria volta, vive ai margini della realtà del paese, in uno spazio di confine popolato di mitologia e raccolti fantastici; a suo modo, l’emarginato Marco ha chiuso la porta e scelto il silenzio di fronte al rumore del mondo.

Autore anche del testo, Sideri avrà in scena due dei suoi attori di riferimento – Enrico Caravita e Maurizio Lupinelli – oltre a Carlo Giannelli Garavini, Chiara Sarcona, Patrizia Bollini, Marco Montanari e Giada Marisi, provenienti dal centro teatrale NoveTeatro, una delle stelle fisse per la cultura teatrale in Emilia-Romagna per le sue produzioni di spettacoli di prosa con un’attenzione particolare alla drammaturgia contemporanea.

In scena anche l’Ensemble Voces Cordis, diretto da Elisabetta Agostini.

Eugenio Sideri ha fondato Lady Godiva Teatro con Enrico Caravita, dedicando molti spettacoli all’impegno civile e alla memoria; nel 2010 ha realizzato per Ravenna festival, con Maurizio Lupinelli, “Appassionatamente” e dal 2016 è presente all’interno della Casa circondariale di Ravenna con un laboratorio teatrale permanente.

Info: ravennafestival.org

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