Ravenna, aggressioni in bus: "Telecamere collegate alle forze dell'ordine"

Di fronte alle aggressioni che spesso più spesso si ripetono, in tutta la Romagna, sugli autobus di Start «a poco servirebbe un aumento del personale di controllo a bordo». A dirlo è il presidente dell’azienda Roberto Sacchetti: «Quando ci sono quelle situazioni di branchi di ragazzi, lasciatemeli chiamare così, un controllore in più rischierebbe a sua volta». Il numero di autobus (7mila fermate e 500 mezzi in circolazione ogni giorno), poi, sono troppi per garantire un controllo capillare sui bus. E allora, aggiunge il numero uno di Start, «stiamo implementando un sistema di sicurezza di telecamere collegate direttamente alle centraline delle forze dell’ordine». Un sistema di sorveglianza che si aggiunge al miglioramento delle barriere tra autisti e pendolari: gabbiotti sempre più rinforzati per evitare che l’autista venga aggredito. A sollevare il problema, ieri in commissione consiliare, era stato il consigliere di Fratelli d’Italia Renato Esposito. L’occasione era la fine della discussione della commissione, chiesta dall’opposizione comunale riguardante Start Romagna. Si era partiti parlando del traghetto e dei suoi malfunzionamenti, tema affrontato a luglio, e nella giornata di ieri si è affrontata più generalmente la questione del trasporto pubblico e dei conti dell’azienda. L’opposizione lamenta, come ha riassunto alla fine il consigliere Alberto Ancarani di Forza Italia, una presunta trascuratezza da parte di Start nei confronti del territorio ravennate. Eppure al momento della fusione delle varie aziende di trasporto pubblico locale della Romagna era proprio quella ravennate, Atm, ad avere i conti migliori. Oggi invece, fa notare Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, «con i proventi dei passeggeri non si arriva a coprire il 35% dei costi dell’azienda, che sarebbe il target minimo». La situazione dei conti è del resto peggiorata dalla pandemia in poi: prima si incassavano, hanno spiegato i vertici di Start, una ventina di milioni di euro. Nel 2020 questa cifra è crollata a 10-11 milioni e ora si è assestata tra i 14 e i 15 milioni di euro. Al.Monta.

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