Affronte: lettera al presidente Bonaccini

Caro Presidente, intanto complimenti per la bella conferma, alla quale ho contribuito anche io, avendo votato per Europa Verde. Ci siamo svegliati in una Emilia-Romagna che smentisce il detto “piazze piene, urne vuote” e in una Emilia-Romagna che, almeno in gran parte, ha abbastanza cultura, storia, libertà di pensiero e ideali, da non farsi abbindolare da beceri populismi. Bene. Molto bene.

Non ho mai nascosto, quando ne ho avuto l’occasione, che il lavoro da lei svolto nei cinque anni passati, per molti aspetti, non mi ha soddisfatto per niente. Sa che mi stanno a cuore i temi ambientali, e non posso dire di averli visti incarnati in lei, almeno finora. I suoi tentennamenti sulle “trivelle”, sia recenti che al momento del referendum, per esempio, mostrano una scarsa convinzione nella necessità di una conversione del sistema di sviluppo attuale e forse una visione poco ampia e sistemica.
Le spettano cinque anni di duro lavoro, e questi cinque anni saranno la metà esatta di quello che le Nazioni Unite hanno appena definito come “il decennio dell’azione”. Sì perché la strada maestra per una società più giusta, prospera, sostenibile, sana e inclusiva c’è già, è tracciata perfettamente nei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. Obbiettivi che, come sa, puntano al 2030. E vanno inseguiti, voluti, cercati e raggiunti ad ogni livello, anche e soprattutto a livello di territori. Caro Bonaccini io ho letto il suo programma per queste elezioni, ho visto la spolverata di temi ambientali, ma mi consenta di dirle che non ho visto né la convinzione che questi sono i Temi, con la T maiuscola, dei prossimi anni, né la consapevolezza profonda di quello che sta accadendo e di come tutto si collega. Ci sono fili visibilissimi, ma bisogna avere la voglia di vederli prima e di comprenderli poi, che tengono insieme lo scempio del territorio, lo sviluppo incontrollato, il mito della crescita infinita, lo sfruttamento senza limiti e irrazionale delle risorse naturali, con le disuguaglianze sociali, con la sofferenza di una grossa fetta della popolazione, con un tessuto sociale che si sfilaccia, con la salute, il benessere e la qualità della vita dei cittadini da ritrovare, rinsaldare e da porre come fine ultimo. Il Green New Deal parte soprattutto da questo, dall’essere consapevoli di quello che accade, a livello planetario, e del perché questo accade. Studi e si affidi alla scienza, come fanno i ragazzi del Friday For Future, lasci al suo avversario sconfitto la fede nel mercato, nell’economia e persino nell’intangibile. Qua viene giù tutto, Presidente. E i nostri figli lo vivranno in prima persona. Lo stanno già vivendo. Metta la transizione ecologica al centro del suo lavoro, faccia in modo che questa “permei” tutte le sue scelte politiche e le linee di sviluppo della Regione, comprese quelle economico, industriali, del lavoro e dei diritti. Lasci che questa transizione guidi un nuovo sviluppo, che fa della sostenibilità il suo pilastro irrinunciabile e l’economia verde e circolare i suoi motori.
Viviamo in una regione che si vanta di essere un modello per il resto del paese, e in parte è anche vero, ma che ha ferite sanguinanti e dolorose che non si possono nascondere. Un territorio che soffre di un grave dissesto idrogeologico, di una qualità dell’aria fra le peggiori al mondo, di un consumo di suolo pauroso (quarta regione per suolo consumato nel 2018), di un impatto dei cambiamenti climatici, soprattutto a livello di temperature e regime delle piogge, molto intenso. Per non parlare dello stato dei fiumi, del verde, della biodiversità e degli ecosistemi. E dia un occhio, la prego, anche al nostro mare, che tiene duro ma che grida aiuto. Si circondi di persone competenti e soprattutto che mostrino questa consapevolezza; dia loro mandato, e se ne faccia carico lei stesso, di fare dell’Emilia-Romagna il traino dell’unica vera, necessaria, improrogabile rivoluzione possibile. L’unica che può allontanare le nubi nerissime che si addensano all’orizzonte. Le nubi di un futuro troppo incerto fanno paura, e alla paura si attaccano i fomentatori di odio e i creatori seriali di nemici. Coraggio.

*Naturalista e Divulgatore scientifico - ex europarlamentare

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