Affetti collaterali: se lei si lamenta di tutto

Editoriali

Anche se sono un maschio, provo lo stesso a scrivervi perché non so proprio come fare con la mia ragazza.
Stiamo insieme da un anno, è carina, seria ma si lamenta sempre. E quando dico sempre non è un modo di dire. Le occasioni per lamentarsi sono praticamente tutte. Se è brutto tempo, si lamenta. Se succede un imprevisto è capace di lamentarsi per ore. Discute con i suoi? Via ai lamenti. Se non riesce a studiare come vorrebbe (fa l’università) si lamenta. A me non sembra nemmeno più che i suoi lamenti siano collegati a qualcosa di negativo: è proprio un suo modo di essere. Le ho provate tutte, a non darle retta, ad ascoltarla, a parlargliene, ma il risultato non cambia. Mi ha risposto: “Che fastidio ti darò mai? Lasciami almeno lamentare!”.
Sauro

Caro amico, in realtà la risposta alla domanda retorica “che fastidio ti darò mai” c’è. Le lamentele causano un grande dispendio di energie non solo in chi le emette, ma anche in chi le assorbe. Poi, la questione vera è che lamentarsi non serve e pure questi eterni lagnoni lo sanno, ma non riescono a invertire la rotta. Spesso è colpa dell’insoddisfazione, in sintesi i giganteschi accolli in questione non si lamentano tanto della pioggia, del cibo o dei capelli in disordine, ma di qualcosa di più profondo che nemmeno riescono a individuare, a volte invece il lamento perenne è ereditato dai genitori. In ogni caso un fidanzato non è uno psicologo gratuito, e lamentarsi causa immobilità. Chi si lamenta assume il ruolo di vittima e va a piazzarsi in un angolo. Gli altri si muovono: non importa in che direzione, ma si muovono. Il lagnatore sta fermo, si concentra sulle cose negative e se qualcuno prova a “farlo ragionare” insiste con la pervicacia del calabrone che sbatte contro il vetro della finestra 357 volte. Ha presente i cosiddetti “vampiri emozionali”? Per una volta, o due, può far piacere ascoltare un amico che si lamenta. La terza vacilliamo, ma siamo amici e quindi okay. Però alla quarta bisogna rendersi conto che queste persone ci risucchiano energie. Non so quanti anni abbiate, direi che siete giovani, ma più si cresce meno è indicato sprecare energie in cose senza sbocco. La lagna non ha niente a che vedere con le sfighe vissute, ma solo con il modo di affrontarle. Per cui, ahinoi, io non so come aiutarvi. Provi a chiedere alla sua ragazza, ogni volta che parte con la ronda della lagna: “A cosa ti serve lamentarti?”. La risposta sarà: “A nulla, ma almeno lasciamelo fare, che fastidio darò mai?”. E qui, bisogna che Lei spieghi che il fastidio c’è. Provi ad alzarsi e cambiare stanza (senza litigare, né essere aggressivo) ogni volta che parte il valzerino. Provi ad essere creativo: un mio amico aveva comprato un salvadanaio e faceva mettere alla compagna 1 euro per ogni lamentela. Arrivata a una cifra importante, lei ha smesso (poi si sono lasciati egualmente, ma questa è un’altra storia).

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