Affetti collaterali: né carne né pesce

Sono figlia di mezzo di 3 figli, e fin da piccola ho dovuto lottare per avere attenzione dai miei genitori. Mia sorella maggiore era la studiosa di famiglia, la brava ragazza, quella che riusciva bene in tutto, mio fratello quello un po’ strano che bisognava sempre sorvegliare, sennò si metteva nei guai. Io non ero né carne né pesce, non sono mai stata una cima in niente, non ho causato mai grossi problemi, c’ero e basta. Mia sorella è diventata musicista e sta facendo una bellissima carriera, io sto cercando di laurearmi in Sociologia e alle volte mi chiedo perché ho scelto questa facoltà. Sono fidanzata da 6 anni con un ragazzo un po’ particolare, mi vuole bene ma spesso ha reazioni strane, ha bisogno di stare solo per lunghi periodi e anche se poi torna sempre a cercarmi, un po’ mi pesa. Quando litighiamo non riusciamo mai a trovare un compromesso, e lui dice che lo deludo. Mi sento cento anni, poi certi giorni mi sembra che la mia vita debba ancora cominciare.
Valentina

Cara amica, mi sembra che qui le questioni di cuore siano un accessorio. Arriva un momento nella vita in cui si deve smettere di cercare l’approvazione altrui. Lei racconta di genitori un po’ disattenti, che probabilmente non le hanno fatto nulla di male, ma di certo non hanno saputo valorizzare i suoi lati positivi e le sue attitudini, tanto che Lei, stretta fra la tenaglia di un fratellino casinista e una sorella perfetta, si è sentita né carne né pesce (e, diciamolo, parecchio invisibile). Siamo immersi quotidianamente nella retorica della Famiglia, che dovrebbe essere ispirazione, nido, rifugio e altre cinquecento cose insieme. A volte accade, a volte no. Il suo imprinting, tesa a cercare attenzione per non immaginarsi mediocre, è stato faticoso e per quello si sente cent’anni sul groppone. Da adulta, per non saper né leggere né scrivere, ha ricreato una situazione analoga in cui un eterno fidanzato la tiene lì, poi la molla da sola, però torna, ma come un genitore rimproverante la fa sentire in colpa in caso di disaccordo con la storiella della delusione. Io non so, e non voglio sapere, cosa fa, dove va, chi incontra il suo ragazzo nei periodi di allontanamento, però ormai ho imparato che quando di un partner si dice che “è un po’ particolare” ci sono sempre rogne volanti. Smetta di cercare di compiacere tutti, veda di finire l’università, si chieda cosa vuole davvero. Non dico una volta ogni tanto, ma come esercizio quotidiano. Provi a togliere dai discorsi e dalle ruminazioni mentali i suoi genitori, sua sorella, suo fratello, il suo intermittente fidanzato e veda cosa rimane. Non è un processo indolore o veloce, e le prime volte in cui le faranno sentire la loro “delusione” sono certa che ci starà male e finirà per fare quello che si aspettano da Lei. Però la vita è la sua, e a forza di provare la strada si trova.

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