Affetti collaterali: l'uomo che Boh

Non so cosa pensare di un ragazzo che sto frequentando da qualche mese. È carino, gentile, simpatico, ma non fa mai la prima mossa, non ha spirito di iniziativa, non dice mai nulla di particolare. Messaggi non ne manda, devo sempre mandarglieli io: mi risponde volentieri, ma sempre alle domande che gli faccio io. Inviti a uscire idem, devo sempre chiedere io: poi lui accetta ed usciamo spesso, ma in questi mesi non mi ha mai invitato una volta di testa sua. Ho conosciuto alcuni suoi amici e mi pare di aver capito che pure loro bonariamente lo accusino di essere sempre a traino. È giovane, ma non un ragazzino, ha 30 anni. Non so bene cosa pensare, mi sembra di girare a vuoto
MarieAntoinette

Cara amica, rieccoci alle prese con un ennesimo esemplare di Uomo che Boh. Premesso che va benone che sia il lui, la lei, il noi o il loro a farsi avanti in un rapporto, qui si possono fare varie ipotesi.
Una è che il suo Uomo che Boh (direi che a 30 anni può fregiarsi dell’appellativo di Uomo e non di Ragazzo) sia proprio di carattere un timido, un incerto, uno che si accoda, come dimostrerebbero anche le opinioni degli amici. Un po’ molliccio, senza gran spina dorsale, è il tipo che se lei pensa a tutto poi le cose le fa, ai messaggi risponde, certo, ma giusto quel minimo sindacale. La domanda è: lei ha l’energia per tirare sempre la carretta? E lui è così irresistibile da giustificare un tale sforzo?
Un’altra ipotesi è la sempreverde "la verità è che non gli piaci abbastanza". Va contemplata, visto che statisticamente in giro è pieno di ex Uomini che Boh, indecisi e monosillabici nei messaggi, che dopo 6 mesi dal nostro ultimo appuntamento si sono arrampicati su per i muri pur di vedere un’altra, cantando e suonando per lei madrigali con una cetra costruita con le loro mani e scrivendo poesie d’amore con petali di fiori. A quel punto la prassi è menarsi gran pacche in testa pensando al tempo perduto appresso a lui, e ai magoni ad ogni suo “ok” su WhatsApp convertito in pollice su tanta era la voglia di conversare con noi.
C’è pure una terza possibilità: che sia un uomo carino, gentile, simpatico, come scrive lei, che “non dice mai nulla di particolare” perché non ha nulla da dire, né di persona né tramite messaggio. Alle volte ci incaponiamo a vedere una rosa mentre fissiamo una rapa, perdoni la metafora terra terra (e anche più sotto). Mi pare, dalle sue parole, che quest’uomo sia utile al suo benessere e alla sua felicità come un piumone a ferragosto, e lei lo tenga lì, tentativo dopo tentativo, perché può sempre tornar buono, anche se non si sa quando, come e soprattutto perché.
Io sparirei, del tutto. Basta messaggi, chiamate, uscite, interazioni social: magari si sveglia e sente la sua mancanza, magari non se ne accorge nemmeno. Vale la pena provare.

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