Caso Aeradria Rimini. I pm: aspettiamo le motivazioni per un eventuale appello

Archivio

«Attendiamo le motivazioni per decidere se fare appello». Lo spiegano i pubblici ministeri Paolo Gengarelli e Luca Bertuzzi, il giorno dopo la sentenza sul crac Aeradria, che ha visto l’assoluzione degli imputati eccellenti, tra cui l’ex presidente della Provincia Stefano Vitali e l’ex sindaco di Rimini Andrea Gnassi, per cui l’accusa aveva chiesto rispettivamente le condanne a 4 anni e 4 mesi e un anno e 4 mesi.

Proprio Gengarelli precisa: «Io non faccio commenti sulla sentenza, i commenti li facciano i politici e gli avvocati difensori che hanno il diritto di farlo, i magistrati semmai impugnano la sentenza e lo fanno, eventualmente, una volta che si vedranno le motivazioni». Il magistrato specifica anche che «c’è grande rispetto per la decisione dei giudici, una decisione sofferta, che è arrivata dopo undici ore di camera di consiglio: non c’era nulla di scontato».

Sulla stessa linea anche il pubblico ministero Bertuzzi che chiarisce: «Nessun commento sulla sentenza di assoluzione». Il magistrato spiega che «da un punto di vista umano, non posso che dirmi dispiaciuto per le persone che erano implicate in questa vicenda, visto che alcune di loro hanno dovuto affrontare un procedimento lungo e complesso». Una volta chiarito questo punto, Bertuzzi precisa anche che sul processo Aeradria c’erano due filoni, ovvero quello legato al filone della bancarotta, la cui inchiesta era stata coordinata dalla pm Gemma Gualdi, ed aveva portato a dei patteggiamenti e ad una condanna. Poi, continua Bertuzzi, «c’è il filone “politico”, ovvero quello che si è esaurito con la prescrizione dei reati di truffa aggravata ai danni dello Stato». Il pm ricorda che è su quelle contestazioni, tra cui - appunto - l’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche, che si sorreggevano i sequestri effettuati nella fase delle indagini. Sequestri che erano stati confermati anche in Cassazione. Beni mobili e immobili per seicentocinquantamila euro poi tornati nella disponibilità degli imputati. A quel punto, continua Bertuzzi, «è rimasta in piedi l’ipotesi accusatoria del concorso esterno in ricorso abusivo al credito nei confronti dei tre principali imputati, Gnassi, Cagnoni e Vitali». Il pm quindi ribadisce: «In primo grado i giudici hanno stabilito che il fatto non costituisce reato, escludendo il dolo. Non resta che attendere di poter leggere le motivazioni del collegio per un eventuale appello, al termine delle opportune valutazioni».

Al processo, quindi, assoluzione per il presidente della Fiera, Massimo Cagnoni, accusato di accesso abusivo al credito, così come il sindaco Andrea Gnassi. Per Stefano Vitali, l’assoluzione c’è stata oltre che per accesso abusivo al credito anche per concorso in bancarotta e falso in bilancio. L’unico ad essere stato condannato a 4 anni per bancarotta fraudolenta è stato il commercialista di Rdr Santo Pansica. Assolto invece sempre dal reato di accesso abusivo al credito anche l’ex presidente della Camera di commercio, Manlio Maggioli; mentre per bancarotta è stato assolto Mario Formica, ex vicepresidente di Aeradria. Per entrambi anche l’accusa aveva chiesto l’assoluzione.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui