Adescata davanti a scuola a Russi: biglietto da visita lo incastra

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L’aveva notata al bar, dove accadeva spesso che lei e altri alunni della vicina scuola media attendessero il suono della campanella per entrare alla prima ora di lezione. Alla fine ha rotto gli indugi e si è deciso a presentarsi. Lo ha fatto “all’antica”: con un bigliettino. A scriverlo, tuttavia, non era un coetaneo, bensì un uomo di 40 anni più grande. E non appena i genitori della ragazzina nemmeno 14enne sono venuti a sapere di quell’approccio dai risvolti inquietanti, hanno sporto denuncia. Non c’è voluto molto per identificare lo sconosciuto: nel biglietto consegnato all’adolescente c’erano tutti i suoi dati, sufficienti a farlo finire nei guai con l’accusa di adescamento di minori. Il fatto che non sia accaduto nulla di più che qualche fugace scambio di battute al bar, è il motivo che ha portato alla definizione della vicenda penale nei confronti dell’imputato. Assistito dall’avvocato Luigi Berardi, potrà estinguere il reato con una messa alla prova, come accordato ieri mattina dal giudice per l’udienza preliminare Andrea Galanti. Secondo quanto denunciato dai genitori della minore – accuse poi finite nel capo d’imputazione – l’uomo avrebbe tentato più volte l’approccio con la ragazzina, sempre nei minuti precedenti l’inizio della scuola e sempre nei pressi del locale pubblico. Ne sarebbero venuti a conoscenza, tuttavia, solo quando la figlia aveva consegnato il bigliettino; non un pezzo di carta qualsiasi, ma un biglietto da visita vero e proprio, che riportava nome, cognome, numero di telefono e pure la ditta per la quale l’uomo lavorava. E scritto a mano, aveva aggiunto: “Ciao! Mi chiamo (...) mi piacerebbe diventare tuo amico! Chiamami così ne parliamo e se possibile ci incontriamo. Ciao!”. Secondo l’accusa quella dichiarazione sarebbe stata la più esplicita di una serie di azioni finalizzate a ottenere la fiducia della giovane. Sarebbe stato forse il primo passo per un’amicizia dai contorni torbidi. Così ora, in accordo con la Procura, l’imputato dovrà seguire un programma di messa alla prova, affiancato da un supporto psicologico.

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