Addio alle 66 cabine telefoniche di Forlì

È arrivato il momento di dire addio alle cabine telefoniche, ormai soppiantate dagli smartphone. A Forlì i cartelli sono stati già affissi con l’avviso di rimozione a partire dallo scorso 4 agosto: progressivamente nella sola città mercuriale ne saranno smantellate 66, ad esclusione delle postazioni che si trovano in ospedali, nelle caserme o nelle carceri. Insomma, i telefoni pubblici ormai da tempo sono percepiti come un servizio superato e il loro lento abbandono è cominciato prima con la diffusione dei telefoni cellulari e poi con la copertura massiccia delle reti internet. Ciononostante hanno continuato a essere usate dagli anni Cinquanta fino a oggi. Questa volta si tratta di un addio vero, per la prima volta nella storia Tim viene autorizzata a eliminare tutte le postazioni telefoniche pubbliche del Paese. In Italia le prime arrivarono il 10 febbraio del 1952: erano due e furono installate in piazza San Babila, a Milano, dalla Società telefonica interregionale piemontese e lombarda (Stipel), una società telefonica attiva dagli anni Venti che nel 1964 venne incorporata nella Sip, che poi si trasformò in Telecom Italia e infine in Tim. Nelle province, quindi anche a Forlì, la loro massima espansione ci fu negli anni Settanta. Prima delle cabine telefoniche, i telefoni pubblici si trovavano solo nei bar e nelle osterie: si entrava, si chiedeva di poterli usare, si chiamava e si pagava. Inizialmente i telefoni pubblici funzionavano a gettoni, i quali smisero di essere accettati nel 2001 con l’arrivo dell’euro. In realtà, però, già da tempo erano stati sostituiti dalle schede telefoniche. Le prime carte erano gialle e blu, e quelle più diffuse dagli anni ’70 valevano 5mila e 10mila lire. Dai primi anni Duemila, con la diffusione massiccia dei telefoni cellulari e degli smartphone, le cabine telefoniche vennero utilizzate sempre meno, motivo per cui nel 2009 Telecom decise di smantellarne gran parte delle 103mila allora esistenti, cominciando da quelle da cui partivano meno di tre chiamate al giorno. Era sembrato che le cabine telefoniche fossero destinate a scomparire già cinque anni fa, quando venne approvato il nuovo Codice europeo per le comunicazioni elettroniche, in base al quale i telefoni pubblici non erano più un “servizio universale”. Eppure, il nulla osta è arrivato solo di recente. Rispetto all’uso che se ne fa, il numero di telefoni pubblici nel territorio non è basso: 141 nel Forlivese, di cui 66 solo nel capoluogo. Se a Santa Sofia se ne contano 11, alcune delle quali già in rimozione come in altri comuni del comprensorio, a Rocca San Casciano non ne risulta neanche una.

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