Addio a Vittorio Boarini. Rese grande la Fondazione Fellini

Era stato a Rimini appena tre settimane fa: ospite della Cineteca, tra i relatori di uno degli appuntamenti della rassegna Fellini in stampa. Un’occasione, anche, per ritrovare cari amici. Il look da signore d’altri tempi, lo sguardo sempre affettuoso con tutti, ancora arzillo, tanto da tenere banco con il suo eloquio e quasi dominare la scena. Vittorio Boarini, già fondatore della mitica Cineteca di Bologna, direttore della Fondazione Fellini dal 2001 (carica assunta dopo essere andato in pensione) al 2010 (quando si dimise lui stesso), se ne è andato nella notte tra venerdì e sabato, alle soglie degli 86 anni (era nato l’11 novembre del 1935). Una scomparsa improvvisa, che ha colpito profondamente il mondo del cinema non solo bolognese ed emiliano-romagnolo.

Vittorio Boarini dalla fine degli anni Sessanta era stato anche direttore della Mostra internazionale del cinema libero, festival di cinema di Porretta Terme poi “migrato” a Bologna come Festival del cinema ritrovato, divenuto oggi uno dei festival più interessanti e conosciuti non solo in Italia.

Tra i primi a commentare la notizia della sua scomparsa, il neo sindaco di Bologna Matteo Lepore: «Bologna piange una delle figure più importanti per la Cultura della nostra città» ha detto.

Gianfranco Miro Gori, già direttore della Cineteca riminese, è tra coloro che hanno incontrato Boarini lo scorso 8 ottobre, presentando insieme a Rimini il libro Federico Fellini. La vita è sogno, il sogno è vita. «Questa notizia mi colpisce molto e mi rattrista – afferma –. L’avevo visto veramente in gran spolvero» aggiunge riferendosi al recente incontro a Rimini: «A cena scherzando gli dissi che era carico di adrenalina». Da uomo di cinema e di cultura, nonché organizzatore di festival, Gori ha potuto conoscere Boarini già prima della sua nomina a direttore della Fondazione riminese intitolata a Fellini. «Lo conobbi alla metà degli anni Ottanta quando era direttore della Cineteca comunale di Bologna – ricorda –, istituzione culturale precorritrice e molto bella che Boarini aveva realizzato assieme a un gruppo di intellettuali bolognesi come Pietro Bonfiglioli, Renzo Renzi e Renato Zangheri, riminese sindaco di Bologna. La Cineteca di Bologna è stata una istituzione avanti coi tempi, che ha precorso l’attività degli enti locali nel campo della cultura e in particolare del cinema».

Intenso, ovviamente, il rapporto nel periodo in cui Boarini fu direttore della Fondazione Fellini. A quel ruolo Boarini arrivò grazie all’interessamento dell’ex sindaco di Rimini Giuseppe Chicchi. «All’epoca ero amministratore delegato dell’Apt – ricorda Chicchi –. In quel ruolo avevo fatto nascere la Fondazione Fellini e quando si trattò di trovare un nuovo direttore, dopo le dimissioni di Gianfranco Angelucci, venni a sapere che Boarini, direttore della Cineteca di Bologna, era andato in pensione. Andai personalmente, in accordo con l’allora sindaco Alberto Ravaioli e l’assessore alla Cultura Stefano Pivato, a chiedergli se fosse interessato alla carica e dopo 24 ore ricevetti una risposta affermativa».

«Ci tengo a dire – aggiunge Chicchi – che Boarini non volle essere pagato e svolse quel ruolo gratuitamente, gli venivano riconosciute solo le spese di viaggio».

La Fondazione diretta da Boarini fu quella che «si dedicò alla raccolta di materiali felliniani sparsi in decine di mani. Il suo colpo più grande fu l’acquisizione del Libro dei sogni dagli eredi (ne curò tra l’altro con Tullio Kezich la prima edizione Rizzoli, ndr), grazie al contributo della Regione presieduta da Vasco Errani».

Quella diretta da Boarini fu anche la stagione dei convegni felliniani, della creazione della rivista Fellini Amarcord, e del Premio Fellini, «che portò a Rimini grandi del cinema».

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