Addio a Sonia già ieri in forma riservata. La mamma: non giudicate

Rimini

Ventidue coltellate, sferrate alla gola, al volto e alla nuca. Una furia cieca per togliere la vita a Sonia e cancellare anche la sua bellezza. Nel resto del corpo, il medico legale Alberto Tortorella che ha effettuato l’autopsia ha rilevato è soltanto un taglio al polso: un estremo tentativo di difendersi dall’ex fidanzato.

Salvatore Carfora, 39 anni, fermato con le accuse di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e stalking, si trova rinchiuso in carcere a Lecce.

Lo descrivono ancora confuso, poco lucido. Eppure, nel decreto di fermo, i pm Leonardo Leone de Castris e Alberto Santacatterina mettono in evidenza come abbia pianificato con cura il femminicidio. Salvatore aveva minacciato più volte sia Sonia, che non lo aveva mai denunciato per paura di ritorsioni, sia il nuovo fidanzato Francesco Damiano attraverso messaggi in chat.

Carfora si trova in isolamento, separato dal resto dei detenuti, generalmente poco accoglienti con chi si macchia di certi reati. Oggi l’uomo comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecce Giulia Proto e potrà fornire la sua versione dei fatti. Potrebbe rendere quella piena confessione che ancora non è arrivata (e neppure è stata trovata l’arma del delitto). Per gli investigatori, però, non ci sono dubbi. Intanto, le speranze di quanti contavano di poter dare l’ultimo saluto a Rimini a Sonia Di Maggio, sono andate deluse. La madre Sabrina, su Facebook, ha comunicato, a cose fatte, la scelta di una cerimonia strettamente privata. «La cerimonia funebre - si legge sulla bacheca del profilo - è stata celebrata oggi (ieri ndr) a Lecce. Vi informerò la prossima settimana sulla sua destinazione a Rimini. Mi aspetto di non trovare in questo post, giudizi, opinioni o richieste, in merito alle difficili scelte familiari. Grazie».

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