Addio a Casadei, il figlio Mirko: «Il suo sorriso vivrà per sempre»

Cesena

«Gli artisti come mio padre continueranno a vivere per sempre. Io lo voglio ricordare allegro e spensierato, perché sono certo che questo è ciò che lui desidera». Anche nell’ora del dolore, Mirko Casadei riserva un sorriso: «L’allegria e la spensieratezza che aleggiano nelle sue canzoni non moriranno mai e lui, mio padre Raoul, nella sua musica sarà immortale». Proprio lui, maestro e artefice della musica che coinvolge, delle danze che abbracciano, che uniscono in sodalizio giovani e anziani, romagnoli e stranieri, è stato ucciso dal Covid. Il virus che ha eretto muri e innalzato le distanze, rompendo gli abbracci dei valzer e delle mazurke che suonava sui palchi della Romagna e del mondo. E ora l’eredità artistica di Raoul Casadei, raccolta già nel 2000 dal figlio Mirko, è a lui affidata. «“Romagna mia”, “La mazurka di periferia”, “Io cerco la morosa” - dice Mirko - sono un patrimonio che mio padre ha lasciato a tutti».

Casadei, dice che Raoul non avrebbe voluto lacrime, ma ottimismo, allegria. E’ un modo per proseguire sulla via tracciata da suo padre?

«Il messaggio che oggi voglio dare, quello che mio padre avrebbe voluto trasmettere, è un inno all’ottimismo, all’allegria e alla voglia di stare insieme, anche e soprattutto in un momento come questo, in cui la vicinanza, e i balli, sono venuti a meno. Mio padre avrebbe detto che non bisogna perdere la fiducia, che non bisogna abbandonarsi ai momenti di tristezza, perché la luce torna sempre. Penso a mio padre, lui è il simbolo dell’unione, della musica popolare romagnola, del liscio. E il liscio si balla abbracciati. Ecco, questo è il messaggio che deve continuare a essere trasmesso, e che io porterò avanti, trainando l’eredità lasciatami da mio padre».

Riuscire a vedere il lato positivo in un momento di grande sofferenza come questo è uno sforzo importante. Dove trova la forza?

«E’ un momento triste per me, per tutta l'Italia, e per tutta la musica, non solo per l'universo del liscio. Ma la cosa che mi lascia col sorriso sulle labbra, come avrebbe voluto lui, è certi artisti, come mio padre, continueranno a vivere per sempre. E’ un pensiero che anche in un momento di dolore come questo mi fa sorridere. Raoul continuerà a vivere nella musica e continuerà a essere con noi per sempre, continuando a tramandare nel mondo le tradizioni popolari, così forti per l’Italia e per la Romagna».

Come ricorda il Raoul familiare, il padre e il nonno che è stato?

«Mio padre Raoul è in tutti noi, era amato da tutti, anche dalle persone che non erano della cerchia familiare. Aveva tanti amici, chiunque lo abbia conosciuto non può che ricordarlo come una persona colma di spensieratezza, allegria, che sapeva trasmettere agli altri. Vedere che lo ricordano tutti, i personaggi del mondo dello spettacolo, della politica, significa che aveva saputo darsi, trasmettere chi era agli altri. Era davvero amato da tutti, da giovani e anziani. E aveva anche due belle bisnipotine. E’ sempre stato una persona genuina, allergie. Era, è e sarà sempre l’emblema della romagnolità».

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