Acqua, parte la lotta allo spreco

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Non c’è sostenibilità vera se non c’è riduzione degli sprechi. E non c’è riduzione degli sprechi se non c’è efficienza. Ciò è particolarmente vero sul fronte dell’acqua. In Italia, secondo dati Istat che hanno fotografato la situazione nel 2018, sono ancora rilevanti le perdite della rete idrica: circa 44 metri cubi al giorno per ogni chilometro. Per evitare perdite, ridurre gli sprechi, efficientare il sistema, in Emilia-Romagna si sperimenta l’intelligenza artificiale. L’idea è messa in atto dal Gruppo Hera, il secondo operatore nazionale del servizio idrico integrato, che solo nella Regione gestisce più di 27 mila chilometri di acquedotto, la stessa distanza che si percorrerebbe se in linea d’aria si volesse andare e tornare da Rimini a Perth, in Australia. Ma cosa significa usare l’intelligenza artificiale? Tutto passa attraverso l’uso di un algoritmo che, grazie a un calcolo delle probabilità, permette di identificare i punti più a rischio e, dunque, fa scattare una sorta di allarme per concentrare le attività di manutenzione proprio lì dove è più necessario. Dunque, il computer sostituisce l’essere umano? No, diventa però un suo grande alleato. Sul contenimento delle perdite i risultati in Romagna condotti da Hera si vedono: le perdite giornaliere si attestano a 9,1 metri cubi di acqua per chilometro.

Negli ultimi tre anni, in particolare, le sole attività di ricerca attiva hanno permesso di individuare 2.700 perdite occulte, riparando le quali sono stati recuperati circa 7 milioni di metri cubi di acqua. Dunque, alla classica manutenzione, che agisce quando il guaio è già fatto, si aggiunge la “manutenzione predittiva”, che predice le aree più a rischio. A partecipare a questo progetto, l’Università di Bologna e Rezatec, azienda impegnata nel Data Analytics e nell’intelligenza artificiale. La sperimentazione è partita su 500 chilometri di rete tra Santarcangelo di Romagna, Riccione e Cattolica e quest’anno si passa a completare per 2.800 chilometri la quasi totalità dell’area della Provincia di Rimini e un tratto dell’acquedotto di Forlì-Cesena. «L’innovazione senza la competenza delle persone rischia di restare fine a se stessa, così come la competenza senza spirito di innovazione non porta a migliorare. Per questo Hera è costantemente attenta alle tecnologie innovative e all’avanguardia, come la ricerca satellitare e i raggi cosmici, e pronta a sperimentarle e promuoverle sul campo, ma per poter gestire a livello operativo tali iniziative sono necessarie competenze e conoscenze del servizio, delle reti, delle interconnessioni e dei sistemi impiantistici che regolano un acquedotto - spiega Marcello Togni, responsabile dell’Acquedotto Romagna di Hera - L’innovazione fornisce gli strumenti di analisi, ma poi sono le persone in campo, con le loro conoscenze e la loro esperienza ad attivare la ricerca delle perdite sulle reti con gli appositi sistemi acustici di verifica e a finalizzare i risultati che emergono da questo sistema innovativo di indagine: un lavoro a volte invisibile, ma indispensabile».

«Il Gruppo Hera nel solo territorio romagnolo gestisce 11 mila chilometri di acquedotto, una rete che si snoda su una distanza maggiore di quella fra la Romagna e la California, su cui investimenti e interventi di rinnovo devono essere pianificati in modo sempre più mirato – aggiunge - Questo per gestire meglio la risorsa idrica sia con il recupero dalle perdite e rotture, sia con le attività di cantiere, cercando in questo modo di ridurre anche gli impatti dei lavori sulla viabilità e gli effetti ambientali, sempre connessi ad ogni impiego di risorse. Per sostituire 100 metri di condotta occorrono in media 15 giorni di lavoro, con interruzioni o modifiche alla viabilità, utilizzo di materiali per i lavori, impatto di mezzi operativi per gli scavi e movimentazione e rispristino di asfalti. Se si considera tutte queste attività indispensabili, la manutenzione mirata delle reti dove è più necessario consente di finalizzarle sempre meglio con effetti positivi sulla mobilità cittadina, sull’utilizzo di risorse e materie prime e quindi sull’ambiente».

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