Accusano di un furto Dodi Battaglia dei Pooh, ma è una calunnia

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MISANO. Accusarono falsamente Dodi Battaglia, cantante e chitarrista dei Pooh, del furto di una ventina di quadri d’autore dall’abitazione di sua zia, dopo la sua morte. Adesso la badante dell’anziana signora, una ucraina di 58 anni e il suo amico misanese di 60 anni, si ritrovano a processo con l’accusa di calunnia, reato punito fino a sei anni di reclusione (sono difesi dagli avvocati Torquato Tristani e Luca Greco). Il processo penale che si apre oggi a Rimini è legato a fatti avvenuti a Misano Adriatico nel marzo del 2015 (in parallelo c’è un contenzioso aperto in sede civile tra l’artista e la badante sulla presenza di un doppio testamento che vedrebbe entrambi beneficiari dei beni lasciati dalla defunta).

La badante si presentò in caserma affermando di aver trovato le pareti dell’abitazione della povera signora spoglie di tutte le tele appese quando era in vita. Opere d’autore e di valore, di cui fornì un dettagliato inventario. Quindi aggiunse anche di essere in grado di individuare gli autori del saccheggio, grazie alla testimonianza di un vicino. Questi raccontò di aver visto gli autori del furto in azione e di avere riconosciuto Dodi Battaglia, la sua compagna e un avvocato. La deposizione fu smontata dalle indagini dei carabinieri: scoprirono infatti che l’uomo, che all’epoca aveva una relazione sentimentale con la straniera, non era neppure a Misano il giorno del presunto furto a detta dei suoi stessi fratelli. Erano stati loro a notare dei movimenti in casa della zia del cantante, ma non avevano riconosciuto nessuno.

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