Accoltellato in casa a Milano Marittima mette la foto su Facebook

CERVIA. Si è scattato una foto con mani, volto e indumenti ricoperti di sangue e l’ha pubblicata su Facebook rivelando di essere stato vittima di un accoltellamento all’interno delle propria abitazione. L’immagine, divulgata da un cervese sul proprio profilo social, è stata messa online nella notte tra sabato e domenica, quando ormai erano passati due giorni dai fatti, culminati con il fermo da parte dei carabinieri del presunto aggressore. Si tratta di un 39enne di origine tunisina, ammanettato giovedì scorso a poche ore dai fatti e ora accusato di tentato omicidio. 

La dinamica
"Giuro che nn volevo fargli troppo male - ha scritto la vittima nel post alludendo alla dinamica della colluttazione - ma a quando ho visto il coltello mi sono trasformato e li ho squartati. Prima ospedale e poi carcere". Spetterà ai militari della Compagnia di Cervia-Milano Marittima capire che cosa ci facesse il 39enne - irregolare sul territorio nazionale e già noto alle forze dell’ordine - a casa di due italiani residenti nella Città del sale, e come mai ci sia andato armato di un coltello dalla lama lunga. 
Stando a quanto riferito dalla vittima agli inquirenti, lo straniero si sarebbe introdotto in casa già armato. Non è chiaro se fosse atteso o meno. Quel che è certo è che la lotta è iniziata con uno solo dei due inquilini. Il quale, mentre chiedeva aiuto, è riuscito a parare i colpi indirizzati al capo e al corpo, procurandosi comunque svariate ferite, fortunatamente non letali. In questo modo avrebbe anche disarmato l’aggressore, il quale ha però impugnato una seconda lama riprendendo a sferrare fendenti.

Il testimone oculare
E’ stato l’arrivo dell’inquilino, richiamato dalle urla dell’amico, a mettere in fuga il 39enne, a sua volta ferito. A quel punto i due hanno chiamato i carabinieri che sul posto hanno raccolto le prime dichiarazioni, notando le evidenti tracce di sangue lasciate nell’appartamento. A quanto pare vittima e aggressore si conoscevano, se non altro di vista. Agli uomini dell’Arma è stato fornito sia il nomignolo con il quale lo straniero si faceva chiamare, sia il bar che era solito frequentare. 

“Questione di vita o di morte”
La caccia all’uomo è però durata poco. Mentre i militari lo stavano cercando, è stato lui stesso a contattare la Stazione, chiedendo un incontro urgente per una “questione di vita o di morte”. L’appuntamento è stato fissato e nemmeno un quarto d’ora più tardi il 39 si è fatto trovare nella zona del canale di Cervia. Aveva la spalla sinistra sanguinante, ma alla luce della denuncia fatta poco prima dai due italiani, è stato fermato e portato in carcere. Le modalità dell’aggressione, sferrando più colpi in parti vitali del corpo, hanno portato  il sostituto procuratore Angela Scorza a formulare l’accusa di tentato omicidio, chiedendo il carcere come misura restrittiva. Oltre alla "pericolosità" (nemmeno una settimana prima, il 25 aprile, lo straniero stato indagato per rapina aggravata), il pm rimarca infatti la "spregiudicatezza" per avere agito in pieno giorno e il pericolo di fuga. Richieste che sarà ora il giudice per le indagini preliminari Andrea Galanti a valutare nell’udienza di convalida fissata per questa mattina, nella quale il 39enne sarà difeso di fiducia dall’avvocato Laerte Cenni.

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