Accedere ai fondi strutturali europei

È una leva di sviluppo per le imprese e per la creazione di posti di lavoro. La finanza agevolata si conferma una delle principali protagoniste della crescita dell’occupazione. Una dimostrazione arriva, in Emilia Romagna, dall’utilizzo dei fondi strutturali europei, attraverso i bandi per sostenere gli investimenti delle aziende. Parliamo di una regione che è sempre stata tra le prime in Italia nelle gestione delle risorse comunitarie a favore dell’espansione economica. «Alla fine del 2019 in Emilia-Romagna risultavano occupate oltre due milioni di persone, mentre alla fine del 2016, quando iniziava l’impatto della programmazione settennale 2014-2020, erano 1,967 milioni: in tre anni, quindi, c’è stato un aumento di 66 mila unità», spiega Francesco Lombardi, presidente e direttore tecnico di Innova Finance, società bolognese specializzata nella finanza agevolata: affianca le imprese nella ricerca di risorse pubbliche per supportare gli investimenti.

Ma vediamo i numeri nel dettaglio. L’ultimo dato pubblico risale al 2019, con aggiornamento al 31 dicembre del 2018. A quella data la Regione aveva già impegnato le risorse comunitarie disponibili per il 73,91%, percentuale salita all’80% al 30 maggio del 2019: un risultato che l’ha portata al primo posto della classifica delle Regioni per capacità di spesa dei fondi strutturali europei. Al 2019 erano già stati finanziati 8.515 progetti per un totale di 3,066 miliardi di investimenti a fronte di 1,477 miliardi di contributi concessi. Di questi, 6.580 progetti hanno riguardo imprese, 1.232 laboratori di ricerca e 160 il sostegno a startup. Le risorse messe a disposizione delle imprese hanno permesso di generare 228 brevetti, di assumere oltre 3mila nuovi ricercatori e di formare più di 39mila dipendenti. «Dati che evidenziano come le scelte strategiche di indirizzo dei bandi con i fondi strutturali europei impattano sull’economia regionale – prosegue Lombardi -. Non a caso gli occupati in regione, nel 2019, hanno continuato a crescere, nella misura del 2%. Mentre il tasso di occupazione è passato dal 69,6% del 2018 al 70,4% nei primi 9 mesi 2019».

La crisi pandemica ha inevitabilmente determinato una contrazione dei livelli occupazionali ma non ha intaccato il ruolo strategico della finanza agevolata nello sviluppo economico. La programmazione europea 2021-2027 (per il solo Piano delle politiche di sviluppo e coesione) destina all’Italia 43,5 miliardi euro contro i 33,9 miliardi della precedente programmazione, con un incremento del 29%. Risorse alle quali si aggiungono i quasi 200 miliardi del Recovery Plan. «Sarà, dunque, un’occasione fondamentale – conclude Lombardi -, per il rilancio dell’economia e dell’occupazione dopo la recessione causata dalla pandemia».

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