Aborto, in Emilia-Romagna pillola Ru486 senza ricovero: è scontro

Cesena

BOLOGNA. Battaglia in Regione Emilia-Romagna sulla pillola abortiva Ru486: alla fine, la spuntano centrosinistra e 5 stelle che 'dettano la linea' alla giunta Bonaccini: al contrario di diverse regioni guidate dal centrodestra (Piemonte, Abruzzo, Umbria e Marche) l'Emilia-Romagna permetterà la somministrazione della pillola anche in day hospital e nei consultori, dunque senza ricovero in ospedale, come vogliono le ultime linee guida del ministero della Salute. L'approvazione della risoluzione "è senza dubbio un segnale del fatto che l'Emilia-Romagna non voglia perseguire posizioni ideologiche, paternalistiche e patriarcali come quelle avanzate oggi dai consiglieri di centrodestra che pretendono di poter decidere e di sapere cosa è meglio per il corpo delle donne" gioisce sui social la consigliera M5s Silvia Piccinini, autrice dell'atto di indirizzo. "Oggi sono soddisfatta, perché in aula ha trionfato il diritto all'autodeterminazione: come abortire è una questione che attiene alle donne e alla scienza, non alla politica". La risoluzione Piccinini è stata emendata e poi votata dai dem, che hanno a loro volta stigmatizzato le scelte di altre Regioni. "Certe posizioni ostili si spiegano solo con l'ideologia- denuncia Roberta Mori- dal momento che il ricorso alla pillola Ru486 non incide e non aumenta il numero totale degli aborti e oltretutto la sua somministrazione fuori dagli ospedali in questo periodo ancora di allerta Covid avrebbe molto più senso sia per le donne che per il sistema sanitario". La Ru468, afferma un'altra democratica, Palma Costi, "è in perfetta continuità di un lungo percorso della legge 104, che deve avere nei consultori pubblici luoghi di presa in carico e di sicurezza della salute delle donne".

Il centrodestra ha però votato contro, schierandosi con le Regioni 'ribelli'. Di tutt'altro avviso infatti la leghista Valentina Stragliati: "La pillola Ru486- obietta rispetto alle posizioni di maggioranza e 5 stelle- non è come un'aspirina, ma una vera bomba farmacologica. Davanti a questa deriva di valori, dobbiamo fare tutto il possibile per tutelare la vita e la salute delle donne". E Matteo Montevecchi, anche lui Lega, sottolinea: "Il nostro modello sono i centri di aiuto alla vita, non la banalizzazione dell'aborto ridotto a pratica 'fai da te'. Abbiamo un'idea diversa di futuro". 

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui