Basket A2 play-off, l'Unieuro vuole restituire il colpo basso a Rieti

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FORLì, 30 APRILE 2019 - Il primo round se lo è aggiudicato ai “tre punti” la Zeus Energy Rieti, ma giusto il tempo di riguardare la partita, studiare qualche aggiustamento e provarlo in palestra e oggi alle 21 Rieti e Unieuro Forlì tornano in campo per la seconda ripresa di quello che davvero sembra uno scontro tra due pugili pronti a darsele e a prenderle finché solo uno rimarrà in piedi.
Imparare dagli errori
Archiviati i primi 40 minuti con la tripla di “SAntino” Jackson a fare saltare il banco permettendo al Pala Sojourner di esplodere di gioia, Forlì cercherà di replicare il copione del primo incontro cambiandone di sicuro il finale, ma anche e necessariamente qualche scena intermedia perché, come ammette Jacopo Giachetti «l'impatto con la gara e con un palazzetto ostico come quello reatino è stato buono, peccato per alcune ingenuità e quei piccoli errori anche di concentrazione, che ci sono costati cari e che assolutamente dovremo evitare questa sera».
Sì, perché l’Unieuro sarà ancora senza Melvin Johnson e con tutta la fiducia che si può riporre proprio su un Giachetti più “on fire che mai”, non si può pensare che a due giorni di distanza possa replicare una prestazione come quella di domenica. Il secondo trentello consecutivo dopo i 35 segnati contro Imola. Nella sua lunga carriera non aveva mai realizzato 30 o più punti due volte di fila, ci riuscì due volte, ma in un’intera stagione, a Torino nel 2014-2015 (31 con Veroli e 33 con Barcellona) e oggettivamente Forlì ha bisogno di un contributo importante da tutti i suoi effettivi per pareggiare la serie. «Infatti neppure lo sapevo quando era successo che avessi segnato così tanto – sorride Giachetti – Mi sento molto bene in questo periodo, credo si veda, ma onestamente la sola cosa che mi interessa è portare a casa il referto rosa. E credo che oggi possiamo riuscirci».
Casomai bissando ciò che accadde nel 2008-2009 quando con Roma andò a vincere a Rieti 91-90 e lui ne mise 24.
Tornando al punto di partenza, qualcosa deve girare in modo diverso rispetto a garauno. Cosa? «In realtà poche cose, ma che alla fine pesano. Siamo stati bravi a calarci nel clima di una sfida molto fisica, però come il coach ci ha detto anche oggi (ieri, ndr) durante la riunione tecnica, abbiamo concesso troppi rimbalzi d'attacco e canestri facili dovuti a errori di posizionamento difensivo che, in un match a punteggio così basso, poi sono una condanna. È poi vero che ci ha puniti una tripla da quasi otto metri».
Ecco, ma prima un passo indietro ai liberi del pareggio.
«Rieti doveva fare fallo, quindi appena ricevuto palla e visto con la coda dell'occhio che correvano in due su di me, mi sono alzato. L’ultima azione? È andata bene a Jackson, la mano davanti l’avevo messa, ma non dovevo stare attaccato per non farlo penetrare: non è un tiratore affidabilissimo. Vedremo se sarà ancora così bravo. Di sicuro a Rieti un po’ di pressione l’abbiamo indotta per stasera. I laziali sanno che noi non siamo venuti in gita, ma per vincere».
E per riuscirci bisognerà anche avere di più dai lunghi. «Rieti è molto aggressiva e furba ed è riuscita a toglierci questa dimensione – conclude Giachetti – però è vero che abbiamo necessità di presenza e punti in area. Per questo dovremo coinvolgere di più i nostri centri».

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