A Misano il rombo dei cuori

Editoriali

Si dice in Romagna che i bambini imparino prima a fare la piega con la moto che a scrivere. Un'esagerazione? Forse. Benvenuti nella Motor valley che da giorni attira a Misano migliaia di appassionati. La corsa è fatta di tanti elementi: tecnologia, talento, passione e un pizzico di follìa. Sfrecciare a 300 orari non è da tutti: a vederli dalla tribuna o dalla corsia dei box sembra uno scherzo, ma non è così. A quella velocità l'asfalto si stringe fino a diventare un nastro sempre più sottile, da equilibristi. Il minimo errore è fatale, una caduta e addio sogni.

C'è un filo rosso che collega le gare di ieri a quelle di oggi. Lo sguardo dei piloti è lo stesso, il coraggio anche. Tazio Nuvolari, “Il mantovano volante”, è stato un grande campione anche in moto legando il suo nome alla Bianchi, con la Freccia celeste. Dalle vittorie eroiche alle leggende come il sorpasso a fari spenti (mai avvenuto) il passo è breve. Vera invece l'incisione su un platano abbattuto al circuito del Te, nella sua città. “Questo è l'albero sfiorato dal respiro di Nuvolari”. Per lo scrittore Cesare De Agostini l'antenato di Valentino Rossi è stato però Omobono Tenni, “Il diavolo nero”. Di lui ricordava la vittoria nel Tourist Trophy all'Isola di Man con la Guzzi e la cronaca del giornalista della Bbc: “Le notizie che mi pervengono da ogni zona del circuito concordano su un solo punto: Tenni sta curvando con folle abbandono, alimentando dubbi sul fatto che egli possa finire la gara in un pezzo solo”.

Oggi scendono in pista i discendenti di questi campioni, anche italiani, e la buona notizia è che il ritiro di Rossi non ha impoverito la MotoGp. Anzi. La Romagna continua a sfornare talenti come Bastianini, Bezzecchi, Dovizioso (che oggi saluta la tribù e si ritira) e a ricordare i suoi figli perduti come Simoncelli. Perché il cuore dei piloti non smette mai di battere.

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