«A me gli abbracci non dispiacevano, adesso bisognerà aspettare»

La vicinanza emotiva delle videochiamate. Le psicologhe raccontano la loro esperienza

di Manuela Boschetti, Caroline Petrelli e Lucia Sarti*

RIMINI. Sono già passati circa due mesi e come ogni giorno ci ritroviamo su Skype a condividere e a organizzare questa sorprendente esperienza professionale e umana delle videochiamate insieme ai nostri partecipanti dei Centri di Riccione, Cattolica, Misano, Morciano e Coriano. Un’esperienza quotidiana che continua a stupirci. Ci commuovono le dolci frasi di tante persone che risuonano nei nostri cuori: “Come è bello il vostro sorriso, non ci fa sentire la malinconia! Ci siete proprio riuscite nel vostro obiettivo, sembra che voi siate qui vicino a noi, come prima!”. E ancora: “Quanto impegno! Grazie di tutto! Veramente!”.
E’ stato proprio bello vedere quanto le persone apprezzino il piacere di incontrarsi in una modalità alternativa e inconsueta. Graziella con orgoglio ci mostra il giornalino degli esercizi per la memoria: “Guardate quante parole ho scritto! Un attimo… vi faccio vedere anche i disegni!”. Luigi, invece, divertito, ci mette alla prova mostrandoci una foto dell’infanzia: “Ora faccio io il maestro! “Indovinate chi sono io!”. Anche il marito di Gina ci ringrazia: “Questi esercizi li faccio anch’io insieme a lei! Ci tengono impegnati!”. E come non ricordare Marco che anche in questo spazio di incontro virtuale continua a salutarci con le sue parole che ci fanno tanto sorridere ma anche arrossire “Ciao ragazze! Beli burdeli! Ditelo che vi manco! A me quegli abbracci non mi dispiacevano… adesso bisognerà aspettare!”. Con la sua solita discrezione, Lucia ci saluta rinnovando il nostro appuntamento: “Ci vediamo allora mercoledì, se mia figlia riesce… mi fa tanto piacere!”.
Sono alcuni dei tanti scambi verbali che stanno diventando un prezioso tesoro che non dimenticheremo mai, come un ritornello di una canzone a noi tanto cara. Non solo le parole ma anche gli sguardi hanno avuto voce nel capitolo di questi incontri virtuali a distanza. Nelle videochiamate con Sergio spiccano sempre i suoi occhi dove si intravede il suo ottimismo e la voglia di andare avanti che animano le sue parole: “Forza ragazze ce la faremo! Non è la guerra! … E’ una gara dove l’importante è arrivare al traguardo!” Con gli occhi lucidi Carla, invece, ci presenta con fierezza la sua pronipote: “Si chiama Camilla! E la figlia di mia nipote! Camilla, sono le psicologhe che mi fanno tenere la testa sveglia!”.
Scattare una foto durante o a conclusione della videochiamata è diventato un rito per immortalare questi momenti e poterli ricordare tutti insieme alla riapertura dei centri. E da qui la creazione del “Diario virtuale” per raccogliere screenshot e pensieri per dare voce a quello che tutti noi insieme stiamo portando avanti con grande impegno e con un’energia travolgente che ora, più che mai, ci unisce con un’intensità che non credevamo possibile. Una forza che alimenta il desiderio di ricominciare in un modo che probabilmente sarà diverso ma nel quale potremo sempre riconoscerci. Le “faccine” condivise sui gruppi WhatsApp racchiudono tante parole e accompagnano i messaggi e le fotografie per colorare le pagine del nostro “Diario virtuale”.
La sfida più grande è stata quella di realizzare l’intervento di stimolazione cognitiva “in diretta”, un altro modo per allenare la memoria insieme svolgendo dal vivo degli esercizi, in piccoli gruppi di 2/3 persone. Non sapevamo quale potesse essere la loro reazione. Ma, eccoli lì, seduti con carta e penna, pronti a essere guidati da noi e, come si avverte nelle parole di Renata, con tanta voglia di cominciare: “Elsa inizio io o cominci tu?”. E l’entusiasmo di Pina nel fare gli esercizi è lampante, assorta a completarli, bisbiglia: “Arrivo! … Ce l’ho fatta! Guardate! Mi sento una allieva modello!”. Le riflessioni di Paolo e Teresina a conclusione della stimolazione cognitiva su Skype ci incoraggiano, sicuramente, a continuare: “Siamo stati molto bene! Quello che abbiamo fatto ci fa proprio bene! Quando lo rifacciamo? Vi aspettiamo qui!”.
E in tutto questo la presenza dei familiari è stata fondamentale e continua a essere preziosa. A loro abbiamo dedicato anche una raccolta, la “Collana di fiori”, periodicamente pubblicata sul blog dell’Associazione Alzheimer Rimini. Ogni «fiore» aggiunto alla collana rappresenta il nostro contributo per essere vicino a loro e affrontare insieme questo difficile momento. Le riflessioni e i commenti dei familiare come quello di Laura che scrive - “Per me è molto utile avere degli spunti che mi aiutano a capire come comportarmi e quanto sia importante incoraggiare mia mamma, riconoscendo i suoi meriti” – ci fanno capire quanto la vicinanza emotiva possa veramente contribuire a colmare la distanza fisica.

*psicologhe

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