A Lugo il Rossini di Mike Westbrook and The Uncommon Orchestra

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Una fragorosa band di venti elementi, ottoni e non solo; alla sua guida un indiscusso e leggendario talento del jazz internazionale; sul “leggio” le partiture celeberrime di uno dei più grandi operisti di tutti i tempi, forse il più singolare, inconfondibile. Ecco gli elementi scelti a comporre la serata inaugurale di Rossini Open, il festival che quest’oggi (alle 20.30) prende il via al teatro Rossini e che si dipanerà attraverso ben 18 appuntamenti fino alla fine di novembre. Primo di tutti, appunto, Mike Westbrook e la sua inconfondibile The Uncommon Orchestra alle prese con “Rossini Re-loaded”.

Dunque, le antiche radici lughesi di Gioachino Rossini saranno ancora una volta celebrate a partire dall’esaltazione dell’immediatezza e della straordinaria popolarità delle sue musiche. Perché proprio la sua trascinante forza dinamica ed espressiva è alla base del progetto che costituisce forse uno dei capitoli più fortunati della lunga carriera di Westbrook.

Il compositore e pianista britannico, che quest’anno ha compiuto 85 anni – la vitalità creativa è quella di un quarantenne assicura chi ha assistito alle sue più recenti esibizioni – insieme alla moglie e compagna d’arte la cantante Kate Westbrook, ha avvicinato per la prima volta le musiche di Rossini molti anni fa, nel 1984, quando, come racconta egli stesso, «arrivò la commissione del Wilhelm Tell Festival di Losanna per proporre un progetto originale basato sulla celebre ouverture proprio del Guglielmo Tell, che io suddivisi componendo cinque diversi brani. La prima esecuzione si tenne lungo le strade della città svizzera suscitando lo stupore dei cittadini». Più tardi, precisa Westbrook, «ebbi l’opportunità di ampliare gli arrangiamenti per una vera e propria big band, quella di Amburgo».

Nel frattempo però, nel 1987, il progetto aveva già preso la forma del disco, attingendo anche ad altri titoli rossiniani come Il barbiere di Siviglia e La gazza ladra. Dando conto di quell’incisione i critici richiamarono l’immagine di un prisma musicale sfaccettato che rifletteva le corpose sonorità alla Ellington, ma anche il rock, l’improvvisazione libera, il cuore più remoto del folk europeo, in un indefinibile quanto irresistibile mix creativo. Mix che infatti ha resistito agli anni con la forza di un evergreen che il suo creatore ha più volte ripreso, ampliandolo (Cenerentola e Otello) e rivedendolo in un continuo work in progress. Fino, appunto, all’approdo lughese di oggi, che vedrà sul palcoscenico, riuniti nella Uncommon Orchestra – prosecuzione diretta della Mike Westbrook Orchestra, e solo l’ultima delle tante formazioni cui il maestro del British jazz ha dato vita – cinque sassofoni, quattro trombe e quattro tromboni, oltre a violoncello, pianoforte e batteria, e naturalmente alla voce di Kate.

Insomma, un concerto dei più accattivanti. Che segna da subito il ritmo, serratissimo, di tutto il Rossini Open, che spaziando tra le epoche e i linguaggi più diversi (di cui daremo conto), dopo pochi giorni proporrà al pubblico, lunedì 10 ottobre (sempre alle 20.30), un appuntamento di tutt’altro genere: una lezione-concerto di Giovanni Bietti, musicologo e divulgatore apprezzatissimo dal pubblico della radio (RadioTre) come da quello di istituzioni come l’Accademia di Santa Cecilia, che racconterà dell’impossibile amicizia tra Rossini e Verdi, svelandone inedite interazioni.

Tutti gli spettacoli iniziano alle 20.30. L’intero programma su www.teatrorossini.it.

Info 0545 38542
info@teatrorossini.it
www.teatrorossini.it

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