A Imola violenta lite tra clienti. Chiuso un bar per 30 giorni

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Sigilli per trenta giorni al Cocobar di via Pacinotti, ieri mattina. A far scattare il provvedimento del Questore di Bologna è stato l’ultimo di una serie di interventi degli agenti del commissariato di Polizia di via Mazzini, il 18 gennaio, a seguito di una lite fra tre persone – una donna di origine albanese ma residente a Imola, con precedenti, un italiano, con precedenti, e un extracomunitario non identificato – e della scoperta che la donna e l’extracomunitario avevano consumato sostanza stupefacente nel bagno del locale. Il tutto senza che il titolare del bar si fosse minimamente preoccupato di controllare e di denunciare quello che stava succedendo sotto i suoi occhi.

I fatti

La donna e l’italiano si danno appuntamento al Cocobar la sera del 18 gennaio per bere qualcosa assieme, e ad un certo punto lei si assenta per andare al bagno. Dopo diversi minuti, non vedendola ritornare al tavolo, l’uomo la raggiunge per controllare che non sia successo qualche cosa, e la sorprende in compagnia di un extracomunitario mentre stanno consumando sostanza stupefacente. Nella lite che segue, cominciata all’interno e continuata all’esterno del locale, l’italiano aggredisce la donna e l’extracomunitario fronteggia con violenza l’italiano, prima di far perdere le proprie tracce (su di lui pende una denuncia per lesioni). Sul posto intervengono i sanitari del 118 per assistere la donna e l’italiano sia per le conseguenze della lite, sia perché visibilmente ubriachi. La donna rifiuta di essere trasportata in ospedale e l’uomo viene dimesso dal Pronto soccorso con una prognosi di 21 giorni. Il tutto avviene sotto lo sguardo completamente indifferente del titolare del bar, che non ha neanche pensato di chiamare la Polizia (ad avvisarla è stata la donna) e si mostra molto poco collaborativo nel momento in cui gli uomini al comando del dirigente Luciano Di Prisco si presentano nel suo locale per l’ennesima volta.

Seconda chiusura

Fra prima di Natale e il 18 gennaio, infatti, gli agenti del commissariato di via Mazzini erano già intervenuti al Cocobar in più di un’occasione, identificando fra i clienti persone pregiudicate e trovando clienti in possesso di sostanze stupefacenti. Come se questo non fosse sufficiente, già due anni fa il locale era stato oggetto di un provvedimento di chiusura di sette giorni per motivazioni molto simili a quelle che hanno portato a un’ulteriore applicazione dell’articolo 100 del Tulps-Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.

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