"A Forlì non è andato e non sta andando tutto bene"

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Il primo giorno post alluvione, quando  i cittadini ed i volontari non trovavano più stivali o pale in nessun magazzino, a nessuno è venuto in mente di organizzare un acquisto con distribuzione gratuita a chi non sapeva come fare. Cosa fatta in altri comuni, e che venne fatta ai tempi del nevone del 2012 con la distribuzione delle pale ai volontari.

La cosa che darà le conseguenze peggiori anche a distanza di settimane, sarà l’accumulo di fango sversato nelle fognature, in gran parte causato dalla mancanza  di coordinamento e di gestione, dove i volontari non sapendo come fare, in molti casi rovesciavano i fanghi che ricoprivano le strade nei tombini , vista la totale assenza di mezzi adibiti allo sgombero, senza un piano operativo credibile.

Due  giorni per decidere un sito temporaneo dove trasportare i fanghi,

 per andare poi all’Ex Eridania come veniva caldeggiato dal primo minuto, facendo cosi perdere tempo preziosissimo e probabilmente decisivo, cosa che per rimpallamenti burocratici nessuno, vista la situazione critica, ha preso una decisione tempestiva per accellerare i tempi.

Anche se può sembrare banale in un momento come questo, la gestione per autorizzare gli automezzi sul campo a trasporti in regime speciale, sia  autospurghi che autocarri.

Avere lasciato i volontari sul campo ad una autogestione forzata e per nulla coordinata, con il risultato di avere tantissime persone nei luoghi disastrati, ma messi allo sbaraglio.

In tutto questo bisognerebbe fare un monumento ai rappresentanti dei comitati di quartiere che hanno cercato di sopperire in maniera encomiabile a questa disorganizzazione, rimanendo sempre a disposizione per senso del dovere, in condizioni critiche.

Non è un caso che a  molti post di persone che venivano a prestare aiuto da fuori, non sia stato dato risalto.

Post dove persone che venivano con mezzi, idropulitrici mini escavatori ed altro, dopo aver dato il loro contributo in altre zone della Romagna, affermavano mestamente di essere tornati indietro perché non sapevano a chi rivolgersi e cosa fare.

Sì, è successo anche questo.

Altra cosa a cui prestare attenzione, sono i post dell’amministrazione del 21 maggio quando sui Social si dava risalto allo sforzo dato per reperire mezzi anche fuori Regione, anzi, il termine usato era assoldare, come in un film di seconda fascia.

Peccato che alcune aziende fuori regione proprio in quei due giorni, abbiano tentato di offrire i propri servizi ma non hanno saputo come contattare una unità di crisi ( che fine ha fatto il Coc?).

In tutto questo considerando che i comuni vicini si erano subito adoperati per testare la  disponibilità delle aziende operative, per iniziare subito un piano di intervento in emergenza.

Altro caso ancora più lampante, aziende locali che collaborano con il Comune di Forlì, mai contattate e che proprio quel giorno, leggendo queste notizie, davano la propria disponibilità anche senza essere interpellate, non avendo  mai ricevuto a tutt’oggi  risposta.

Aziende che da giorni con mezzi ed uomini stavano nel frattempo  svolgendo lavori di intervento in altre città vicine, contattate immediatamente da amministrazioni più lungimiranti ed organizzate.

Quindi di cosa stiamo parlando?

Perché in un caso del genere mi viene proprio da pensare che si sia agito davvero senza logica e con poco criterio, cosa forse concepibile all’inizio nella difficoltà del momento, non dopo la presa coscienza di tutto l’insieme.

 Non parliamo poi della sinergia con ALEA su cui si potrebbe spendere un capitolo a parte.

Alla luce di questi esempi, che, badate bene, sono la punta di un Iceberg di un malumore generale,

non si possono accettare post di scuse dalla nostra amministrazione.

Le scuse si possono accettare quando si è fatto tutto il possibile in ogni frangente, tecnico, burocratico e di coordinamento, ma non quando emergono evidenti lacune reiterate e persistenti.

Badate bene, altri comuni non hanno fatto cose miracolose, ma hanno seguito una linea guida stabilita, che pur fra mille difficoltà ha funzionato nei limiti del possibile viste le circostanze. Sui rapporti tenuti dall'amministrazione con i volontari, sulla vicenda di un assessore alla cultura che ha fatto il giro d’italia per la sua “mancanza di tatto”, credo ci sia poco da aggiungere a quello già emerso.

Io non voglio pianti e scuse, io voglio chiarezza e ammissioni di responsabilità nel caso ci fossero, perché qui sono in gioco la vita dei cittadini forlivesi e della gestione delle emergenze che hanno fallito e che, la cosa che più preoccupa, falliranno anche in futuro se non si fa chiarezza su tutto questo.

Il pomeriggio di sabato 3 giugno, un forte temporale si è abbattuto su Forlì, e purtroppo come previsto a suo tempo,  ha evidenziato le criticità ancora presenti e quelle dovute ai fanghi nelle fognature…

Sono previste nuove precipitazioni nei prossimi giorni, ma domenica 4 giugno, il Vice Sindaco fa il punto della situazione 

"Alcune fogne di privati sono ancora ostruite dal fango e ciò, oltre a determinare possibili allagamenti in caso di pioggia, continua a far confluire il fango nella rete fognaria primaria provocando nuove ostruzioni e momentanei collassi"

Facendo ricadere la colpa sui privati e non sulla gestione che ha portato a tutti questi disagi, facendo perdurare un  messaggio non veritiero.

Cerchiamo di non perdere tempo, e di cercare di salvare il salvabile.

Un'ultima cosa: i selfie felici e sorridenti che avete fatto in piazza il giorno della venuta del Presidente Mattarella potevate risparmiarvi, davvero.

Grazie ancora a tutti i volontari, ai vigili del fuoco, all’esercito, alla protezione civile e a tutte le persone che sul campo hanno dato e stanno dando il massimo: chiedete a molti di loro se è andato tutto bene e come è stata la gestione, poi magari ne riparliamo.

Moreno Zoli 

Presidente Associazione culturale "Un filo rosso"

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