A Conselice lupi si avvicinano alle case e fanno strage di volatili

Lugo

Oltre ai cinghiali, i cui avvistamenti anche in pianura sono ormai frequenti, ora ad assaltare allevamenti e imprese agricole della Bassa Romagna sono anche branchi di lupi come quelli che nella notte tra domenica e lunedì hanno fatto strage di anatre e oche di proprietà dell’azienda La Saracca di Conselice.

«Sono oggettivamente preoccupato – commenta Marco Passardi, contitolare dell’azienda –. La nostra impresa agricola è a due passi dal centro del paese, confinante con decine di famiglie con bambini e il lupo non sembra poi temere così tanto la forte presenza dell’uomo dato che non si è fatto scrupoli ad attaccare tra abitazioni e strade del centro».

Non solo danno economico

Oltre al danno economico subito, con 18 volatili uccisi, c’è da rilevare, infatti, come gli attacchi di lupi – anche in questo specifico caso accertato dai veterinari dell’Ausl che hanno eseguito il sopralluogo in azienda – stiano avvenendo con più frequenza anche in pianura. Sarebbero, infatti, tre, compreso quello ai danni dell’azienda agricola La Saracca, gli episodi accertati sul territorio comunale.

«Oltre alla difficoltà per ottenere i risarcimenti e per ottenerli congrui, dato che i soldi pubblici non sono certo un arricchimento o un aiuto indebito, ma solo un dovuto sostegno a chi deve ricostituire un’azienda compromessa da fattori esterni, come appunto i lupi che, in condizioni normali non dovrebbero potersi spingere sino in queste realtà territoriali – afferma Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna –. C’è da rilevare la difficoltà nel prevenire tali attacchi e più in generale gli assalti della fauna selvatica. Nonostante gli investimenti in prevenzione sostenuti da allevatori e agricoltori, dai recinti alle recinzioni fino ai dissuasori acustici e ai cani da guardia, i predatori riescono comunque a penetrare e a far strage di animali e raccolti».

Zampini conclude sottolineando che «ci troviamo a dover lottare contro chi dipinge l’agricoltore come usurpatore del territorio quando, invece, l’agricoltore ne è il primo custode. Semmai è ora che il problema della scomparsa di greggi e mandrie vada letto per quello che è, ossia il perfetto esempio di un equilibrio perduto a causa dei mancati provvedimenti assunti per gestire e contenere in maniera adeguata i selvatici».

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