A Bellaria il nuovo lungomare porterà il nome di Raffaella Carrà

«Dedicare a Raffaella Carrà il nuovo lungomare». Ecco l’idea del Comune di Bellaria Igea Marina, per omaggiare una delle sue più celebri ‘figlie’ dopo la scomparsa che ha addolorato l’intera penisola. E mentre i bellariesi continuano a celebrarla, dal cilindro esce la volta in cui un suo certificato medico fu pubblicato a tradimento dal settimanale ‘Gente’.

La dedica

Intanto ad illustrare le varie proposte in suo onore scende in campo il sindaco Filippo Giorgetti. Che precisa: «Stiamo valutando di intitolarle una strada o addirittura il nuovo Waterfront, prosecuzione dell'asse stradale di viale Colombo, a fronte di un investimento da 4 milioni di euro, di cui oltre la metà finanziati dalla Regione». Ma poiché «la normativa vuole che siano trascorsi dieci anni dalla morte prima di procedere, sarà necessario chiedere l’autorizzazione in deroga alla prefettura -spiega- assicurando di aver già contattato il prefetto, decisi ad andare in questa direzione». Ma le idee per ricordare Raffaella Maria Roberta Pelloni, in arte Carrà, non si esauriscono qui. Perché per tutta la settimana le canzoni dell’icona pop per eccellenza «saranno trasmesse in filodiffusione sul viale Paolo Guidi dove ha vissuto» ad un passo dal salotto buono della città, l’Isola dei platani. E se alla serata di ieri è stato riservato un flash mob in piazza Matteotti al ritmo di successi indimenticati come ‘Fiesta’ e ‘Tanti auguri’, anche i restanti eventi della settimana saranno declinati -sottolinea Giorgetti- con un piccolo inserto, per celebrarla degnamente». Senza dimenticare che, nella discoteca galleggiante allestita a bordo della Flower boat, di sabato si ballerà anche sull’onda delle note che l’hanno consacrata. E che scandiranno poi «i fuochi d’artificio dello spettacolo pirotecnico-musicale in calendario per festeggiare il Ferragosto». Iniziative a cui la città di Panzini non è nuova, visto che nel 2010 era stata organizzata qui la grande festa Milleluci, in onore della diva. Con l’occasione Giorgetti ricorda che, eletto da pochissimo, gli venne istintivo prendere carta e penna, per far sapere alla Carrà che la città «le era molto affezionata, considerandola anzi una figura identitaria». Intendeva così finire di ricucire lo strappo, in parte risolto, che si era consumato nel 1972 per la festa in suo onore allo Chez vous, finita disertata dai belligeani.

I ricordi degli amici

Intanto in giornate piene di progetti e commozione gli amici della show girl continuano a raccontare di lei. Un grande affetto ritorna ad esempio nelle parole della compagna di studi Angela Borghesi. Che dipinge Lella come «una bambina diligente e giudiziosa». Aggiungendo che «nell’intervallo le compagne la pregavano di mostrare i passi di danza che aveva imparato». Poi sedute in circolo, intorno a lei, la osservavano tutte in religioso silenzio, mentre «piroettava e faceva spaccate». Che avesse il palcoscenico nel Dna, «si capì –aggiunge- la volta in cui arrivò in ritardo a scuola». Tra i rimproveri infatti la maestra le chiese se avesse un orologio e lei rispose «ce l’ho, ma va a carbone», suscitando l’ilarità generale. Del resto fa presente Angela, «persino la nonna Andreina, che Raffa adorava, suonava il violino». Quale carriera poteva dunque mai scegliere con premesse del genere?

La visita medica

Dal canto suo il noto cardiologo Giovanni Crociati, vincitore del premio Panzini, aggiunge un episodio alla lista. «Avevo uno studio a Bellaria tra il 1972 ed il ’79 –ricorda- e la mamma e la nonna di Raffaella erano mie pazienti». Così un giorno «fui chiamato a visitare anche lei che di passaggio in città presentava evidenti segni di stress, considerando che era impegnata tutte le sere nelle località più prestigiose d’Italia». Il dottore ricorda che le consegnò un certificato di malattia, che tuttavia venne contestato, perché l’organizzatore dell’evento a cui doveva presenziare «l’aveva citata per danni». Purtroppo il documento finì pubblicato dal settimanale ‘Gente’. «Doveva essere il ’74 o il ‘75”, conclude Crociati con amarezza. Davvero un brutto colpo per Raffa, già sotto pressione. Ciononostante a Bellaria non sono mancati neanche momenti felici ed a rammentarli è stato anche Italo Angelini, storico fotografo della città. Noto per l’attività messa in piedi dal padre che, come ha ricordato una volta, «andò fino a Roma per richiedere l’autorizzazione ministeriale». Tanti quindi gli scatti dedicati negli anni all’amica, con molti inediti. Una chicca? La foto dove suo padre li immortalò insieme, ritratti per una volta dallo stesso lato dell’obiettivo, mentre ballavano allo Chez vous, il celebre locale aperto nel 1958 dove lui lavorava. Perché è cosa nota: Raffa con la sua forte empatia e l’inesauribile vitalità era una che accorciava le distanze. Nello spazio di un sorriso.

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