Cesena: edificio "rialzato" condannato dopo 12 anni

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Quella parte “in più” sul tetto, che ha di fatto alzato l’edificio con vani che da progetto non dovevano esserci, deve essere demolita in quanto considerata abuso edilizio.

La sentenza letta nelle scorse settimane dai giudici del Consiglio di Stato per ora però non sarà eseguita. Perché la proprietà ha presentato una nuova richiesta di sanatoria.

La vicenda prese vita nell’ormai lontanissimo 2011, ed è molto simile (anche allo sguardo) a quella di un altro edificio cesenate visibile dalla via Ravennate recentemente condannato fino all’ultimo grado di giudizio.

Il palazzo si trova in via Piave all’angolo con via Gaspare Finali. Sulla sua sommità anche dalla strada è visibile un rialzo abitabile finito al centro di un contenzioso amministrativo dopo che la presenza di quei lavori, all’epoca in fase di ultimazione, venne segnalata da Graziano Castiglia con un esposto in Comune.

Venne contestato l’abuso edilizio e la proprietà chiese di sanare ricevendo diniego dal comune per quell’altezza in eccesso. La sanatoria, passata prima al vaglio del Tar e poi da quella del Consiglio di Stato, non è stata concessa. Il Comune è stato risarcito per le spese legali e (teoricamente) ora quel “rialzo” andrebbe eliminato. Nel frattempo però i proprietari hanno richiesto una nuova sanatoria con formula differente nei termini rispetto a quella finora esaminata dai giudici. Così il Comune dovrà esprimersi nuovamente e, in caso di nuovo diniego, tutto dovrà di nuovo essere esaminato dai tribunali amministrativi. Nel tempo necessario (finora sono passati 12 anni dalla prima segnalazione) i lavori eseguiti dunque resteranno al loro posto.

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