Pennabilli dice "No a profughi di qualsiasi razza". E' polemica

«La disapprovazione all’accoglienza di profughi di qualsiasi nazionalità, razza e religione» sarà all’ordine del giorno nel prossimo Consiglio comunale di Pennabilli in programma il 25 luglio. Dopo l’ordinanza choc con cui nei giorni scorsi il sindaco Mauro Giannini ha stabilito sanzioni da 1.500 a 15mila euro per chi accoglie migranti senza avvisare il Municipio, un nuovo polverone. A sollevare un vespaio, oltre alla questione in sé, è l’impiego del termine “razza”, ormai superato vista l’impossibilità sotto il profilo biologico di identificare gli individui sotto un marcatore biologico, catalogando l’umanità in gruppi. Contattato, il primo cittadino fa presente di aver menzionato l’articolo 3 della Costituzione che recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».
Si meraviglia quindi «dei giovani e colti politici sempre all’attacco che non si sono accorti della citazione». L’espressione, taglia corto, è stata impiegata, per chiarire che il territorio pennese «non è in grado di garantire vita decorosa a nessun profugo, al di là del colore della pelle o della provenienza, tant’è che anche i rifugiati ucraini, in fuga dal conflitto, che infuria da oltre un anno, sono ospitati da privati cittadini, senza costi per i contribuenti».