Pini e le telefonate intercettate con esponenti della giunta e dell’opposizione a Forlì

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Conoscenze, amicizie, rapporti più o meno approfonditi, comunque la capacità di ottenere e concedere presunti favori agli interlocutori. Nel faldone della vicenda che ha portato Gianluca Pini in carcere ci sono numerose intercettazioni di telefonate e contatti tra l’ex parlamentare forlivese e figure più o meno conosciute del panorama politico, come il deputato forlivese Jacopo Morrone, pubblico e imprenditoriale. Dalle intercettazioni finite nell’ordinanza della Procura di Forlì, ci sono anche contatti con personaggi delle istituzioni locali a cui Pini sollecita, secondo l’ipotesi accusatoria, interventi nel proprio esclusivo interesse, «sempre ottenendo una generica disponibilità» si legge nell’ordinanza. I magistrati hanno inserito una conversazione di Pini con l’assessora Andrea Cintorino, che l’imprenditore chiama per lamentare un controllo e relativa sanzione per “mancata sorvegliabilità” della Polizia locale in un suo locale. Pini secondo la tesi dell’accusa avrebbe minacciato ritorsioni mediatiche se la cosa non si fosse risolta positivamente. Sempre all’assessora Cintorino qualche settimana prima Pini si era rivolto per sollecitare controlli delle forze dell’ordine nei confronti di un locale pubblico concorrente dove secondo Pini vi erano assembramenti (siamo nella prima estate della pandemia con relative norme sanitarie e di precauzione).
Non mancano contatti con rappresentanti dell’opposizione, sempre citati nell’ordinanza della Procura di Forlì: nell’estate del 2020 è riportata una conversazione con Jacopo Zanotti, consigliere comunale del Partito democratico: tema un question time presentato dal Pd riferito a una persona riconducibile a un’associazione per il centro storico, per la quale Pini chiede di tenere un profilo basso perché avrebbe dato una mano sulla questione di via Balzella (legata alle nuove realizzazioni di aree commerciali). E poi ancora contatti con funzionari di polizia giudiziaria per avere informazioni riservate in indagini in corso riferite a persone conosciute da Pini. Una serie di rapporti nei quali secondo l’accusa Pini, forte della pregressa esperienza parlamentare, delle amicizie e conoscenza nell’area di appartenenza politica, emerge la possibilità inquinare il materiale probatorio una volta venuto a conoscenza degli elementi a suo carico. I magistrati chiedono per l’ex parlamentare la misura cautelare in carcere. Dove Pini aspetta l’interrogatorio di domani per l’altro filone dell’inchiesta quello legato alla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo.

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