La donna uccisa a Rimini, l'assessore Gianfreda: "Non è stato fatto abbastanza, tragedia inaccettabile"

«È stato fatto molto, ma evidentemente non abbastanza». Sono le parole amare con cui Kristian Gianfreda, assessore ai Servizi sociali del Comune di Rimini, commenta l’assistenza prestata al contesto familiare e alla vittima dell’ultimo efferato femminicidio consumato a Rimini. Quello in cui ha perso la vita Angela Avitabile per mano del marito Raffaele Fogliamanzillo, che nella serata di venerdì nella loro abitazione di via Portogallo ha sgozzato la consorte. «Il tema - afferma Gianfreda - è che questi fatti di violenza non sono raptus, ma fanno parte di una storia, c’è un percorso e una lettura degli avvenimenti che letti a ritroso ci portano a pensare che forse qualcosa di più poteva essere fatto». Il riferimento dell’assessore è quello al percorso di cura in cui era coinvolto l’uxoricida, seguito dal Centro di salute mentale di Ausl Romagna a causa della sindrome ansioso depressiva, con disturbi riconducibili al bipolarismo, di cui era affetto da anni. «Alla vittima erano state fatte proposte di protezione - aggiunge - da lei rifiutate. Il caso, insomma, era noto. C’era una denuncia, le forze dell’ordine erano intervenute. Ritengo che non siano stati commessi errori clamorosi, ma evidentemente non è bastato». La conclusione a cui giunge l’assessore, senza puntare il dito contro l’una o l’altra autorità, ma considerando la situazione nel suo complesso, «al di là del fatto che è stato fatto tanto e che gli strumenti previsti sono stati utilizzati», è che «resta inaccettabile che un uomo possa pensare e mettere in atto un’azione del genere». Il concetto, quindi, è che «bisogna fare di più: bisogna essere più scrupolosi, bisogna valutare le situazioni in maniera più approfondita. A me, personalmente, ha dato fastidio sapere che il marito era anche seguito. E allora è inevitabile dire che è tempo di fare scattare un campanello d’allarme. È inaccettabile che succedano ancora tragedie di questo tipo».