Fantasmi, fantasticherie e fole nell’Appennino stregato

RAVENNA. Dopo il primo volume, dedicato alla poesia e alla bellezza poliedrica dell’Appennino, e il secondo, che si concentrava sulla lotta partigiana che determinò la storia della zona montuosa del bolognese, la collana “I quaderni dell’Appennino” esce con un terzo volume, intitolato L’Appennino stregato. Fantasmi, fantasticherie e fole .
In questo nuovo libro della trilogia – sorta nel 2018 per celebrare la memoria, le leggende e le tradizioni dell’Appennino bolognese – ritorna il trittico di autori che parteciparono al fortunato esordio: la scrittrice Margherita Lollini, il pittore Claudio Valgiusti e il fotografo Gianni Fini.
Anche in quest’ultimo lavoro si riscontrano gli elementi presenti nei due testi precedenti: i racconti scritti sulla base delle leggende tramandate nel territorio, i bozzetti che hanno il compito di suggerire iconograficamente l’atmosfera di ogni storia, e le fotografie, capaci di rendere visivamente quanto descritto dalle numerose tradizioni orali raccolte nell’antologia. Così, il progetto editoriale diventa un excursus narrativo, storico ed etnografico, teso a sfruttare al meglio l’apporto della parola, dell’immagine e della pittura, regalando al lettore un viaggio immersivo alla scoperta della grande varietà di leggende “oscure” tramandate dalle tante generazioni che si sono succedute.
Presenze demoniache, fantasmi inquieti, spiriti dannati, diavoli, angeli e streghe sono i protagonisti dei racconti che si ritrovano tra le pagine del libro, rese ancor più suggestive grazie alle schede di approfondimento poste alla fine di ogni narrazione e firmate da Fini.
I crinali dell’Appennino vengono così suggestivamente illuminati dal corposo bagaglio di storie, superstizioni e dicerie popolari – quelle fole, “che poi sono frottole, o forse no […] poco importa se siano reali o frutto di fantasia” – che affondano le proprie radici in tempi remoti e che danno vita a “una serie di racconti dalla natura sinistra e inspiegabile” tra borghi misteriosi, castelli remoti, pozzi e case stregate.
Scopriamo così la cruenta storia dell’Osteria Bruciata, ai piedi del cimitero dei tedeschi, ove un tempo gli osti uccidevano i viandanti che da Bologna andavano a Firenze e ne servivano le carni ai clienti sopraggiunti il successivo, così da risparmiare sulla gestione della locanda; la leggenda di Rocca Pitigliana, che narra della misteriosa morte degli abitanti, dopo una battuta di caccia ai tempi della peste del Seicento, decesso che risparmiò solo tre bambine che non si erano nutrite delle prede cacciate; o ancora il mistero che avvolge l’eccentrica costruzione della celebre Rocchetta Mattei, la leggenda della nobildonna Zenobia de’ Castellari, che si racconta essersi gettata dalla torre del castello di Zena, i misteriosi segni che si trovano nei pressi del borgo di Torlaino e che ancora nessuno è riuscito a decifrare, e molto altro.
Queste sono solo alcune delle tantissime leggende che gli autori hanno recuperato, racconti antichi romanzati e riscritti in forma letteraria o utilizzati per dare luogo a narrazioni del tutto nuove e originali, capaci però di conservare la memoria popolare da cui sono scaturite.
Un viaggio all’insegna del mistero, del folclore e del piacere delle molteplici e vivissime tradizioni del nostro territorio.

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