Campo di via Islanda, si cambia rotta e dopo due anni di silenzio, o quasi, la strada sembra tracciata. «Le microaree sono il passato, non permettono alcun tipo di integrazione, le famiglie sinti andranno all’interno di appartamenti: abbiamo chiesto ad Acer e fatto ulteriori solleciti di recente, entro ottobre avremo la risposta per la disponibilità». A spiegarlo, «dopo diversi incontri che abbiamo fatto in maggioranza», è il capogruppo in Consiglio comunale di Patto civico, Mirco Muratori, che già nel febbraio del 2019 era stato chiaro: «Se non troviamo la soluzione, gli effetti collaterali di questi temporeggiamenti sono stati deleteri e potranno peggiorare». Il tempo infatti passava dopo che dal 2016 il Comune aveva annunciato il trasferimento di una trentina di sinti per chiudere il campo di roulotte in via Islanda, ormai «in condizioni disastrose». Chiusura annunciata anche in base a una delibera di giunta regionale, 43/2016, che regola l’integrazione delle minoranze etniche, fra cui sinti, e per cui è prevista appunto la soluzione delle microaree. Da allora l’iter è andato a rilento. Ma nel 2018 la giunta comunale ha approvato la delibera in cui sono state individuate cinque zone in cui fare i trasferimenti: via Montepulciano (7.937 metri quadrati), quindi via Cupa (5.095), via Orsoleto (4.800), via Feleto (683) e via della Lontra (520). Le proteste dei residenti delle zone interessate si sono sollevate rumorosissime e quella delibera, che doveva arrivare in Consiglio comunale, è rimasta nel cassetto.
Obiettivo integrazione
Muratori spiega però che la maggioranza «non ha mai smesso di lavorare per la soluzione migliore». E chiarisce che «l’abbandono delle microaree non è arrivato per le contestazioni che si sono sollevate, né per paura di effetti negativi alle urne, ma perché è chiaro che se si parla di integrazione non si può pensare di mandare quelle famiglie di sinti ad abitare dentro dei terreni isolati». Le famiglie coinvolte in questa operazione sono cinque, per un totale di 32 persone, tra cui diversi bambini e anziani. «Per tutti loro», continua l’esponente di maggioranza, «abbiamo optato per la prossima sistemazione negli appartamenti di Acer e abbiamo fatto anche dei solleciti: l’obiettivo è quello di usare in un primo momento delle case per l’emergenza abitativa, che però al momento non ci sono e siamo in attesa». Muratori precisa infatti che «entro ottobre avremo delle risposte e se tutto procede nel modo giusto riusciremo a dare una soluzione a un tema molto complesso e spinoso sul quale non ci siamo voluti sottrarre, nonostante le difficoltà».
Terreni agricoli, niente soluzione
Capitolo diverso, invece, per le 15 famiglie sinti che negli anni hanno acquistato terreni agricoli e via via hanno messo su casa, commettendo anche abusi. Palazzo Garampi ha chiesto di provvedere e mettere tutto in regola, non è successo nulla e quelle aree sono diventate di proprietà del Comune. E adesso 150 persone sono sotto sfratto. Su questo versante «purtroppo non siamo riusciti ancora a dare una risposta», conclude Muratori, «anche in questo caso stiamo lavorando e un punto è certo: una collocazione bisogna trovarla, quale e come ancora non lo sappiamo».