Villa Verucchio, manca il personale e non apre a pranzo: “Stipendio buono, ma non si presenta nessuno”

Verucchio

«Venite a lavorare da me, non riesco a aprire il locale per colazione e pranzo». È un fiume in piena il titolare del bistrò “Ghetto Quarantasei” e del laboratorio di pizza al metro “Levita” di Villa Verucchio, Paolo Gabriele. Il tramonto del reddito di cittadinanza, responsabile secondo molti, della penuria di personale non sarebbe bastato a cambiare la situazione. Lo afferma Gabriele che non riesce a trovare dipendenti, per aprire il celebre “Ghetto” anche a colazione e pranzo, costringendo lui e sua moglie a turni massacranti. Morale: non c’è verso di aggiungere rinforzi ai cinque dipendenti dei due locali, tra cui un driver che lavora tre ore al giorno e il pizzaiolo, impegnato dalle 15 alle 23. Il copione, spiega il titolare, resta lo stesso: «C’è chi rimanda il colloquio fissato e chi neppure si presenta, seppur a fronte di stipendi adeguati».

In salita

Nota dolente sarebbe anche la diffusione «del Pos arrivato il 95% della cassa, con una tassazione al 67%, oltre alle spese sostenute in pandemia, incluso il pagamento dei fornitori che hanno continuato a consegnar la merce, dai prodotti freschi, al congelato al beverage a suon di scadenze rispettate anche in pieno lockdown a 30, 60 e 90 giorni». La domanda d’obbligo, non la manda a dire il ristoratore, è quanto dovrebbe far pagare una pizza. Si chiede se abbia ragione l’imprenditore Flavio Briatore «ma è il suo nome a permettergli di alzare i prezzi». La certezza è che impossibile estendere l’orario di apertura, limitato dalle 16 alla mezzanotte, «facendo perdere possibilità di ulteriori ricavi».

Niente aiuti

Il peggio, rimarca ancora Paolo Gabriele, è che «sono mancati aiuti a fondo perduto e i finanziamenti Covid non sono certo bastati». A colmare la misura sono arrivate le bollette alle stelle e la guerra in Ucraina. «Ci stanno massacrando – allarga le braccia – e le difficoltà sono maggiori per i locali nell’entroterra che non attraggono lavoratori come Rimini». Amara la conclusione. «Siamo alla continua ricerca di un equilibrio per rimettere in asse i locali, ma quando offri un posto di lavoro non si fa avanti quasi nessuno e chi si presenta chiede di non lavorare nel weekend o in certe fasce orarie».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui